L'influsso che la madre Monica esercitò sul piccolo Agostino istillandogli, fin dalla più tenera infanzia, l'amore per Gesù, lasciò nel cuore del bambino una traccia che non si cancellerà per tutta la vita. "Quel nome del Salvatore mio, del Figlio tuo Gesù Cristo lo avevo succhiato dal latte di mia madre e lo conservavo dentro di me. Così qualsiasi opera ne mancasse, fosse pure dotta elegante e piena di verità, non poteva conquistarmi totalmente" (Conf. III, 8).
L'influsso della mamma, fondamentale per ogni bambino nei primi anni della sua vita, è rafforzato dall'incontro con la comunità cristiana. "Trovai, o Signore, uomini che ti pregavano e da essi imparai, conoscendoti per quanto potevo, che tu sei un essere grande, che ci esaudisci ed aiuti, pur non mostrandoti ai nostri sensi. Da fanciullo perciò cominciai a invocarti come mia protezione e nell'invocarti scioglievo i nodi della mia lingua. Benché piccolo, ti pregavo con non piccolo affetto, affinché nella scuola non venissi picchiato” (Conf. I, 9).
Com'era usanza in quel tempo - un'usanza che il vescovo Agostino riproverà - non fu condotto al fonte battesimale nei primi mesi dopo la nascita: si preferiva aspettare la maturità quando, affievolito lo stimolo delle passioni, col Battesimo si riceveva anche il perdono dei peccati personali. “Avevo sentito parlare, ancor fanciullo, di una vita eterna a noi promessa per l'umiliazione del tuo Figlio... e già allora ero stato segnato col segno della sua croce e santificato dal suo sale (cioè era stato iscritto tra i catecumeni). Tu hai visto, Signore, che un giorno, ero ancora giovinetto, per un dolore di stomaco fui improvvisamente preso da gran febbre che stavo quasi per morire. Vedesti, o mio Dio, con qual commozione e qual fede richiesi urgentemente il battesimo del tuo Cristo, Dio e mio Signore, alla sollecitudine della madre mia e della madre di noi tutti, la Chiesa. Spaventata la madre della mia carne senza indugio si preoccupava e provvedeva affinché fossi iniziato al sacramento della salvezza, fossi battezzato, credessi in te, o Signore Gesù, per la remissione dei peccati. Mi riebbi però subito. Fu pertanto differita la mia purificazione, quasi fosse inevitabile che la vita mi insozzasse ancora... Ero perciò già credente come la mamma e tutta la famiglia, eccetto solo mio padre, che tuttavia non ostacolò l'autorità del materno amore pretendendo che io non credessi in Cristo, come lui che ancora non vi credeva. Ella infatti si dava molto da fare affinché tu, o mio Dio, fossi mio padre più di quello terreno" (Conf. I, 11).
Poi, anche per Agostino, arrivano gli anni dell'adolescenza: i primi baffi, un po' di peluria sul viso, e il corpo che cresce sgraziato e sembra non più appartenerci. Si saluta il bambino che era in noi e spesso si saluta anche quel fanciullo che sapeva amare teneramente il suo Dio. Agostino non fu diverso da molti adolescenti di oggi. Anche lui ha passato i suoi sedici anni.
Indietro | Avanti |