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Don Aldo Buonaiuto e i Giovedì della Fede

Nel contesto delle pro-vocazioni quaresimali Don Aldo ha commentato il brano evangelico “Chi è senza peccato? …scagli la prima pietra” (GV 8, 1-11)

Città del Vaticano
, 21/03/2019

Giovedì 21 marzo 2019, dopo la celebrazione eucaristica delle ore 18.00 presieduta da Don Aldo Buonaiuto e concelebrata dal Parroco di sant’Anna, Padre Bruno Silvestrini, nel contesto dei “Giovedì della fede con don Aldo Buonaiuto, dell’Associazione Giovanni XXIII”, ha tenuto il secondo incontro dal titolo pro-vocazione: “Chi è senza peccato? …scagli la prima pietra”. 

Si riporta una riflessione di un partecipante all’incontro.

In questo secondo incontro, che devo ammettere mi ha fortemente illuminato, dopo che il Parroco ha letto il bravo evangelico di San Giovanni (8,1-11), lì dove un’adultera oramai a terra stava per essere lapidata dalle genti. L’intervento di Gesù, in maniera straordinaria, dileguò le genti e aiutò la donna.

Don Aldo, con il suo interloquire calmo e riflessivo ci ha invitato ad analizzare e meditare il tema dell’amore verso il prossimo cosi come Gesù ama tutti noi.

Don Aldo ha, in brevi ma toccanti parole, ha descritto la sua attività quotidiana, ereditata da Don Oreste Benzi, nel sostenere le ragazze che purtroppo sono cadute nel vortice della sofferenza fino a giungere a vivere in strada per prostituirsi. Egli ci ha narrato un particolare della sua vita di uomo di Dio alla ricerca di queste giovani. 

Una sera ha incontrato una ragazza che ha tolto dalla strada facendogli una semplice domanda: “tu credi in Dio?” E lei rispose “sì! lo prego affinché mi porti via di qua….” A quel punto Don Aldo guardandola negli occhi gli disse: “vedi sono proprio qui per fare questo, il buon Gesù ti ha ascoltato…”

In quella sera “di grazia” don Aldo casualmente, non ha salvato solo una donna, bensì due esseri umani in quanto la ragazza scoprì pochi giorni dopo di essere incinta…

La catechesi di don Aldo è stata una catechesi che ha fatto riflettere tutti i presenti ed ha invitato ad abbracciare ed amare il nostro prossimo, il nostro fratello, nostra moglie, i nostri confratelli o consorelle, insomma tutte le persone che vivono con noi e che magari condividiamo con loro la vita quotidiana e li giudichiamo senza misericordia.

Se Gesù non condanna nessuno, chi siamo noi per erigerci giudici degli altri? 

Invocando la verità e il giudizio di Dio, cosa mettiamo al centro della nostra vita? Il nostro peccato o quello degli altri? 

Se ci riconosciamo peccatori e non giudici degli altri, alla scuola di Gesù, abituiamoci anche noi a chinarci a terra per incontrare qualsiasi peccatore senza condannarlo.

(P. d. F.)