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Il cardinale Parolin celebra la messa per i lavoratori nella zona industriale vaticana

La fede è un incontro

Città del Vaticano
, 04/01/2019

La vita del cristiano deve diventare un dito puntato su Gesù, cioè una testimonianza chiara che indichi agli altri dove si trovano la salvezza e il vero amore. Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, celebrando il 4 gennaio, in un capannone della zona industriale del Vaticano, la messa con gli operai dei servizi tecnici in occasione del primo venerdì del mese. 

Partendo dal brano del vangelo di Giovanni (1, 35- 42) che parla dell’incontro del Battista con Gesù «l’agnello di Dio», il porporato ha riproposto una frase di Benedetto XVI: «Il cristianesimo prima che una morale o un’etica, è avvenimento dell’amore, è l’accogliere la persona di Gesù». Da qui la sottolineatura che il centro della fede cristiana non è un insieme di pensieri, né una morale, ma un incontro. Infatti, ha osservato il segretario di Stato, tutto il Vangelo non è altro che una serie di incontri di Gesù con quanti incrociano le sue strade. Ma il Signore continua ancora oggi a incontrare gli uomini, perché è risorto e vivo e cammina loro accanto, ed è possibile coglierne la presenza con i sensi del cuore. Ecco allora l’esortazione rivolta dal celebrante ai presenti a pensare a quando è avvenuto per 

ciascuno il primo incontro con Gesù: con la constatazione che spesso questa esperienza si verifica nell’ambiente familiare. 

Il porporato ha rievocat0 anche le parole di Papa Francesco riguardo alla conversione dell’apostolo Paolo sulla via da Gerusalemme a Damasco: il suo non è stato un cambiamento morale, ma una esperienza trasformante che lo ha spinto a una nuova missione. 

Ritornando al brano evangelico proposto dalla liturgia, il cardinale Parolin ha quindi individuato alcune caratteristiche dell’incontro tra Giovanni Battista e Gesù. Il precursore — ha fatto notare — è veramente un dito puntato su Cristo. Allora la domanda dovrebbe essere: chi è oggi che indica Gesù, se non la Chiesa stessa? Tutte le strutture, gli apparati e l’organizzazione, anche all’interno del Vaticano, hanno lo scopo di essere un dito puntato verso Gesù. E la Chiesa, nelle sue variegate realtà, a volte anche contraddittorie, deve essere sempre e comunque un dito puntato verso il Signore, per non correre il rischio di mettere se stessa al centro dimenticando la sua vera missione. 

Dal Vangelo, ha affermato poi il segretario di Stato, si deduce che l’incontro nasce da un bisogno presente in ciascuna persona. Si nota una sorta di aspettativa, di attesa. Questa esperienza scaturisce dunque da una povertà che l’uomo porta in sé e che è essenzialmente povertà di amore. D’altronde, le persone possono deludere ma Gesù con il suo amore non delude mai. Egli conosce le profonde attese del cuore umano. Nasce da qui quell’incontro nel quale ciascuno depone nelle mani del Signore la propria povertà e il bisogno di amore. Solo sentendosi amato l’uomo è capace di diventare testimone, cioè di indicare Gesù agli altri, aiutandoli a compiere la stessa esperienza. Il segretario di Stato ha concluso invitando tutti a essere testimoni di Cristo nell’ambiente familiare, tra gli amici, sul luogo di lavoro, ovunque, affinché anche altri possano diventare a loro volta testimoni del suo amore. 

Con il cardinale Parolin hanno concelebrato monsignor Robert Murphy, officiale della Segreteria di Stato, padre Rafael García de la Serrana Villalobos, direttore dei Servizi tecnici del Governatorato, e l’agostiniano Bruno Silvestrini, parroco di Sant’Anna in Vaticano. Il quale al termine del rito ha ringraziato il porporato, ricordando come a poco a poco nell’ambiente lavorativo della zona industriale si stia rafforzando l’amicizia che rende tutta la comunità una vera famiglia. 

(Osservatore Romano 5 gennaio 2019)

“Dal diario di bordo del Centro Industriale”:

Al termine della celebrazione il Padre Spirituale del Centro Industriale Vaticano Padre Bruno Silvestrini ha preso la parola per ringraziare Sua Eminenza il Cardinale Parolin, Segretario di Stato per aver accettato il suo invito, insistentemente rivoltoGli senza mai demordere dati i suoi importanti e numerosi impegni istituzionali, a presiedere quest’appuntamento liturgico fondamentale per la vita spirituale degli operai. Infatti grazie a questi momenti di condivisione, essi, oltre a sentirsi gratificati e fortificati nell’animo, costituiscono una grande famiglia capace di trasmettere, durante il loro prezioso lavoro, anche un sorriso verso tutti e sapendo affrontare le problematiche di lavoro e familiari con maggiore entusiasmo.

La Santa Messa è stata curata con particolare intensità e dovizia, come sempre ma in modo particolare nella presente occasione, dalla Superiora delle Suore Francescane Missionarie di Maria Suor Maria Smolem e Suor Maria Bessau Ngyen e animata nel canto dal coro degli operai che, dopo essersi preparati con assiduità con delle prove settimanali, hanno proposto e ben eseguito dei canti liturgici del Tempo di Natale. 

Al termine della celebrazione gli operai hanno offerto a S. Eninenza il Cardinale Parolin e ai presenti una sobria colazione, momento propizio per rinnovarsi gli auguri di un buon anno.