Una natività che vuole far riflettere sulla presenza di Cristo nella quotidianità dell'uomo. La benedizione del card. Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, che presiederà la Messa dedicata a Santo Stefano
Dio si incarna nella vita di Betlemme di oltre duemila anni fa. In una grotta, Maria di Nazaret, con a fianco il suo sposo Giuseppe, dà alla luce Gesù – il figlio dell’Altissimo preannunciato dall’arcangelo Gabriele, concepito per opera dello Spirito Santo – mentre tutt’intorno c’è chi accudisce il gregge, chi fa provviste d’acqua, chi porta legna nella propria dimora. Il presepe della parrocchia di Sant’Anna in Vaticano vuole evidenziare che Cristo nasce nella quotidianità, che Dio entra nella storia di ciascuno senza alterare l’individualità e i ritmi dell’ordinario, ma che per rigenerarsi nella vita nuova insegnata da Gesù occorre il battesimo. Padre Bruno Silvestrini, parroco della parrocchia del Papa, spiega che la natività allestita quest’anno intende mostrare che Dio opera silenziosamente, e che il cambiamento dovuto alla presenza di Cristo nella vita di ogni uomo deve avvenire senza tralasciare nulla di quanto si è chiamati a fare.
Quattro scene per comprendere meglio la natività
A ideare e preparare la scenografia del presepe di Sant’Anna in Vaticano sono stati tre artigiani di Tolentino – Mariano Piampiani, Sandro Brillarelli e Alberto Taborro – che da più di 10 anni, per ogni Natale, donano al parroco un allestimento diverso. Quest’anno sono state pensate 4 scene: a destra l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria, che cambia la storia mentre la vita prosegue; a sinistra la caratteristica nascita di Gesù con attorno i pastori, umili lavoratori, gente semplice, gli ultimi e i poveri; dietro, sullo sfondo, il tempio di Gerusalemme sovrastato da un cielo che attraversa varie fasi fino al sereno e all’arcobaleno che vuole simboleggiare la nuova alleanza di Dio con gli uomini instauratasi con Gesù, il Messia; al centro il corso d’acqua – il fiume Giordano – richiama alla rinascita in Cristo che avviene con il Battesimo.
Tutto converge verso Gesù
L’allestimento è arricchito da tanti dettagli che lo rendono suggestivo: dal paesaggio fatto di abitazioni in pietra, piccole colline, pascoli e vita agreste ai volti dei personaggi disseminati in tutto il presepe; dall’alternarsi del giorno e della notte all’apparire della cometa che ha guidato i Magi; dallo sciabordio del “Giordano” alla nebbia che lo cela all’aurora. Ma lasciandosi meravigliare dalla bellezza del paesaggio e dalla riproduzione certosina e minuziosa di tutti i suoi elementi, c’è un particolare che non bisogna farsi sfuggire: tutto confluisce verso Gesù Bambino, il Verbo incarnato, Dio che s’è fatto uomo fra gli uomini. Ogni cosa si volge verso Gesù Cristo, segno, sulla terra, dell’infinito amore di Dio per le sue creature.
Tiziana Campisi – Radio Vaticana -Città del Vaticano