Giovedì 26 luglio, alle ore 18, nella Pontificia Parrocchia, si è tenuta una solenne concelebrazione eucaristica in onore di Sant’Anna, patrona e titolare.
Ha presieduto Sua eminenza rev.ma il Card. Angelo Comastri - Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro - con lui numerosi presuli e sacerdoti, tra i quali Sua Eccellenza Mons. Oscar Rizzato elemosiniere emerito, Mons. Enrico Viganò, Don César Pulchinotta, Mons. Mario Yamanouchi Michiaki San SDB vescovo eletto in Giappone e i confratelli Hamaguchi Hideaki, Lorenzelli Alberto e Renato dos Santos. I Padri Agostiniani Joseph Farrell, Vicario Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, e il Consigliere Edward Daleng, Nestor Badalan, Olivier Gangola Bawa, Claudio Zambrano, Pasquale Di Lernia, Segretario della Provincia agostiniana d’Italia.
Hanno animato la liturgia all’organo il Rev.do Padre Jafet Ramon Ortega Trillo - Vice Parroco e maestro della Cappella Giulia della Basilica di San Pietro.
All’inizio della celebrazione il parroco, Padre Bruno Silvestri, ha accolto e dato il suo saluto di benvenuto a Sua Eminenza, con questo sentito ed emozionante discorso:
“Eminenza Reverendissima, è con gioia e grande emozione che, a nome di tutta la comunità parrocchiale, Le porgo il nostro saluto di benvenuto.
Siamo estremamente lieti di accoglierla fra noi e riconoscenti per aver voluto onorarci ancora una volta della Sua presenza in questa nostra piccola realtà, situata “nella periferia” della Città del Vaticano.
La Sua preziosa visita, oggi nella Festa di Sant’Anna, titolare della Pontificia Parrocchia, ci riempie di orgoglio e di compiacimento, perché Ella, con la Sua docile ed umile presenza, spezzerà per noi e con noi la Parola del Signore e il Suo pane di Vita.
Durante questi dodici anni di mio servizio, in collaborazione con Lei, Vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano, la nostra Parrocchia ha vissuto e sta vivendo tuttora un profondo rinnovamento, una rinascita spirituale, espressione di una forte esigenza di partecipazione, avvertita da molti di noi.
Ne è scaturita una comunità aperta all'accoglienza, alla solidarietà e all'aiuto sopratutto dei tanti bisognosi che quotidianamente ci visitano.
La nostra Parrocchia è un importante punto di riferimento, soprattutto, da qualche mese, da quando per espressa volontà del Santo Padre Francesco, si è arricchita di un nuovo gruppo di preghiera: “la Rinnovazione carismatica” con la missione di pregare per lui e per il suo ministero. E tutto ciò ci fa davvero comprendere che è Il Signore che ci guida e ci sostiene, con la potenza dello Spirito Santo e non perché siamo noi a costruire qualcosa o a fare un’iniziativa.
Tutto ciò vuol dire che un certo giorno, come dice Sant’Agostino nel libro delle confessioni, “ tu eri in me e io non ti riconoscevo, ma ad un certo momento ho sentito una luce superiore”. Una luce, un avvenimento cambia totalmente la nostra vita, e questa è la luce del Signore quando lo incontriamo.
Con questa Solenne celebrazione eucaristica in onore di Sant’Anna, madre della Vergine Maria, magnifichiamo il Signore per tutti i benefici che ci ha elargito e che continuerà ad elargire a tutti noi e a coloro che incontreremo nella nostra comunità.
A lei, esprimiamo il nostro più sentito ringraziamento, oltre che l’affetto nella preghiera, per la Sua attenta sollecitudine ed ardente apostolato e per essere oggi qui con noi”.
Dopo la proclamazione del Vangelo il Cardinale ha offerto ai numerosissimi fedeli che gremivano la chiesa una riflessione sulla figura dei genitori della Vergine Maria, i Santi Anna e Gioacchino, soffermandosi così sull’importanza della Famiglia e del più grande regalo che i genitori oggi possano fare ai figli: trasmettere la fede.
L’omelia del Cardinale Comastri quindi è stata tutta incentrata sulla famiglia, perché ricordare Sant’Anna significa ricordare “una santa famiglia, quella in cui è nata la Vergine Maria”.
“Mi sembra decisivo – ha detto il Cardinale - sottolineare che la famiglia non l’abbiamo inventata noi. La famiglia l’ha inventata Dio. La famiglia è un progetto di Dio. Dio ha creato l’uomo e la donna perché fossero culla della vita, e fossero luogo in cui i figli possano crescere e imparare l’alfabeto della vita. Bisogna essere ciechi per non vederlo”.
Il Cardinale ha ricordato un passaggio del diario di Giovanni XXIII, che sottolineava come “l’educazione che lascia le tracce più profonde è quella che si riceve in casa”, e che la sua “casa era povera ma piena di Dio”. Il Papa scriveva: “Qui diceva tutto. Possiamo riempire di benessere le nostre case, ma se non c’è Dio sono squallide e i figli non possono imparare l’alfabeto della vita”.
Il Cardinale Comastri ha quindi denunciato il “progetto diabolico per combattere la famiglia”, un progetto che, ha notato, aveva riconosciuto anche il poeta Eugenio Montale, il quale ne parlò nel 1970, alla commemorazione a Milano del 25esimo anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki.
Montale – ha ricordato il Cardinale – disse che “è giusto ricordare quel drammatico momento nella speranza che non si ripeta mai più. Ma sento in coscienza il dovere di avvisare che sta scoppiando la bomba atomica della famiglia, e forse farà più vittime e più ferite della bomba atomica esplosa ad Hiroshima e Nagasaki. E la bomba la stanno collocando i mezzi di comunicazione, presentando falsi modelli di vita”.
Sono “falsi modelli che purtroppo disorientano i giovani”, ha affermato il Cardinale, il quale poi ha cercato le tracce dell’insegnamento dei genitori nella vita della Vergine Maria, e in particolare nella risposta all’angelo dopo l’annunciazione (“Sia fatto di me secondo la tua parola”), e nella sua decisione di visitare la cugina Elisabetta.
Ha raccontato il Cardinale: “Maria, tramite l’Angelo, riceve una chiamata ad una missione che avrebbe fatto tremare chiunque e la risposta della Madonna è meravigliosa, di totale disponibilità. Attenti bene: una simile risposta non si improvvisa. Certamente affonda le radici nel clima spirituale della famiglia, nell’educazione e nell’esempio dei genitori. Nelle famiglie pie di Israele venivano pregati e meditati i salmi ogni giorno”.
E in particolare – ha sottolineato – Maria avrà probabilmente avuto in mente il Salmo 23 (“Il Signore è il mio pastore”), il Salmo 127 (“Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”), il Salmo 25 (“Chi confida nel Signore è come il Monte Sion, è stabile per sempre”).
Da questo terreno, dalle parole “chiare e luminose dei salmi” di cui Maria si è nutrita con i Santi Gioacchino ed Anna, sboccia il sì dell’annunciazione. Così come sboccia la decisione di andare ad assistere Elisabetta, decisione per cui è bastato l’accenno dell’angelo alla cugina incinta. Anche questo gesto di carità viene dall’educazione della famiglia, ha rimarcato il Cardinale Comastri.
“Madre Teresa di Calcutta – ha commentato - disse: un tempo nella famiglia si imparava la generosità, nella famiglia si imparava l’altruismo, oggi state innaffiando l’egoismo dei figli e raccoglierete frutti amari”.
Anche il Magnificat che scaturisce dalla bocca di Maria all’incontro con Elisabetta nasce da quella meditazione famigliare dell’amore di Dio. “Il Magnificat – ha spiegato il Cardinale – è una lettura della storia nella quale domina la certezza che gli umili saranno i vincitori. La vita è una guerra, una lotta. Chi vincerà? Vinceranno gli umili, vinceranno i buoni, vinceranno i puri, vinceranno i miti, vinceranno i misericordiosi. Maria lo dice nel Magnificat, perché ha la certezza che l’ultima parola la dice Dio”.
La riflessione finale è proprio sull’educazione che viene data oggi nelle famiglie. “Oggi – ha notato il Cardinale -cosa respirano i figli in casa? Che segnaletica viene data ai figli? La vita è un viaggio, serve una segnaletica quando si cammina. Impegniamoci tutti a riportare nella famiglia un clima di fede convinta, in modo che i figli, guardando i genitori, possano capire quale è la giusta segnaletica”.
Al termine della S. Messa, il Cardinale ha introdotto un meraviglioso concerto di canti mariani eseguito dal Soprano Maria Tomassi, al Violino Fabio Consiglio e all’Organo Denis Volpi a cui ha presenziato lo stesso porporato, il Parroco Pontificio e i numerosi fedeli e ospiti presenti.