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Informazioni e aggiornamenti dalla Parrocchia e dalla Chiesa

Speciale giornata di preghiera e digiuno per la pace

Iniziative della pontificia parrocchia di Sant’Anna

Città del Vaticano
, 23/02/2018

Venerdì 23 febbraio, come suggerito da Papa Francesco nell’Angelus della scorsa domenica 4 febbraio (si allega il testo), nella Pontificia Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano si sono tenute alcune iniziative di preghiera per la pace.

Al mattino, dopo le ordinarie celebrazioni, c’è stato un momento di meditazione personale sino alle ore 12.00 .

Nel primo pomeriggio dalle ore 15.30, il parroco Padre Bruno Silvestrini ha presieduto e guidato, con particolare attenzione e delicatezza, i seguenti momenti di preghiera:

dopo l’Esposizione del Santissimo Sacramento è seguita l’Adorazione eucaristica, nella quale è stato proclamato il Vangelo di Domenica prossima (della Trasfigurazione), II di Quaresima, proseguito poi con una breve meditazione (qui di seguito).

Alle ore 16.30 ha avuto inizio il Canto dei Vespri, al termine del quale c’è stata la Benedizione Eucaristica.

Alle ore 17.15 si è dato avvio alla consueta celebrazione, durante i venerdì di Quaresima, del rito della Via Crucis. Subito dopo, alle ore 18.00, è iniziata la Santa Messa presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Prospero Grech osa, che durante la sua omelia ha ribadito l'importanza di invocare sempre lo Spirito Santo per il dono della pace nel mondo.

Numerosi i fedeli che si sono avvicendati nel prendere parte con fervore ed intensa spiritualità a queste occasioni di speciale preghiera per la Pace, offerta in particolar modo per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan, così come richiesto dal santo Padre, nonostante le abbondanti precipitazioni che hanno caratterizzato questa giornata.

 

 

 

Dall’Angelus di Domenica 4 febbraio 2018

 

…Ed ora un annuncio. Dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme.Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3). Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!...

 

 

Da Avvenire – Rubriche - L'ineffabile luce di Dio per noi mendicanti di senso – di Ermes Ronchi giovedì 22 febbraio 2018 - II Domenica di Quaresima - Anno B

 

La Quaresima ci sorprende con il Vangelo della Trasfigurazione, pieno di sole e di luce, che mette ali alla nostra speranza. Una pagina di teologia per immagini: si tratta di vedere Gesù come il sole della nostra vita, e la nostra vita muoversi sotto il sole di Dio. Gesù chiama di nuovo con sé i primi chiamati: tutto è narrato dal punto di vista dei discepoli, di ciò che accade loro, del percorso che loro e noi possiamo compiere per giungere a godere la bellezza della luce. Li porta su di un alto monte e fu trasfigurato davanti a loro: i monti nella Bibbia sono dimora di Dio, ma offrono anche la possibilità di uno sguardo nuovo sul mondo, colto da una nuova angolatura, osservato dall'alto, da un punto di vista inedito, il punto di vista di Dio. La nostra comprensione, la nostra intelligenza, la nostra luce non ci bastano, le cose attorno a noi non sono chiare, la storia e i sentieri del futuro per nulla evidenti. Come Pietro e i suoi due compagni, anche noi siamo mendicanti di luce, mendicanti di senso e di cielo. E la fede che cerchiamo è «visione nuova delle cose» (G. Vannucci), «vedere il mondo in altra luce» (M. Zambrano). Pietro ci apre la strada con la sua esclamazione straordinaria: maestro che bello qui! E vorrei, balbettando come il primo dei discepoli, dire che anch'io ho sfiorato, qualche volta almeno, la bellezza del credere. Che anche per me credere è stato acquisire bellezza del vivere. La fede viva discende da uno stupore, da un innamoramento, da un «che bello!» che trema negli occhi e nella voce. La forza del cuore di Pietro è la scoperta della bellezza di Gesù, da lì viene la spinta ad agire (facciamo, qui, subito...). Succede anche a me: la vita non avanza per ordini o divieti, ma per una seduzione. E la seduzione nasce da una bellezza, almeno intravista, anche se per poco, anche solo la freccia di un istante: il volto bello di Gesù, sguardo gettato sull'abisso di Dio. Guardano i tre, si emozionano, sono storditi: davanti a loro si è aperta la rivelazione stupenda di un Dio luminoso, bello, solare. Un Dio da godere, un Dio da stupirsene. E che in ogni figlio ha seminato la sua grande bellezza. Venne dal cielo una nube, e dalla nube una voce: ascoltate lui. Gesù è la Voce diventata volto. Il mistero di Dio è ormai tutto dentro Gesù. E per noi cercatori di luce è tracciata la strada maestra: ascoltatelo, dare tempo e cuore alla Parola, fino a che diventi carne e vita. E poi seguirlo, amando le cose che lui amava, preferendo coloro che lui preferiva, rifiutando ciò che lui rifiutava. Allora vedremo la goccia di luce nascosta nel cuore vivo di tutte le cose, vedremo un germoglio di luce spuntare e arrampicarsi in noi. (Letture: Genesi 22,1-2.9.10-13.15-18; Salmo 115; Romani 8,31-34; Marco 9,2-10).