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Informazioni e aggiornamenti dalla Parrocchia e dalla Chiesa

25.mo anniversario di matrimonio di Angela Ambrogetti e Olof Brandt

Il rendimento di grazie al Signore di due cari amici parrocchiani.

Città del Vaticano
, 07/09/2017

Martedì 5 settembre alle ore 18.00, durante la Santa Messa vespertina nella pontificia parrocchia di Sant'Anna in Vaticano, ricorrendo il 25° anniversario di matrimonio, Angela Ambrogetti e Olof Brandt si sono raccolti in preghiera insieme a parenti ed amici per rinnovare gli impegni solennemente sanciti davanti all'altare venticinque anni fa nel giardino del Collegio Svedese in Corso Trieste a Roma.

Ha presieduto l'Eucarestia Sua Ecc.za rev.ma Mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia.

Hanno concelebrato Mons. Alfred Xuereb, Prof. Mons. Stefan Heid, P. Hermann Geissler FSO, p. Andrzej Buzor OFMConv, Prof. Don Carlo dell'Osso, p. Friedrich Bechina FSO e Mons. Americo Ciani.

Di seguito si riporta il testo dell'omelia che l'arcivescovo ha proposto a tutti i presenti.

Ad Angela, vaticanista, e ad Olof, professore al Piac, legati alla pontificia parrocchia e ai padri Agostiniani da vincoli di stima per la decennale collaborazione che offrono oltre che da sentimenti di amicizia, si rinnovano i più fervidi auguri con la vicinanza nella preghiera.

Santa Messa nella Chiesa di Sant’Anna in Vaticano

25° Anniversario di Matrimonio di Angela e Olof

5 settembre 2017

(1 Ts 5, 1-6. 9-11; Lk 4,31-37)

Cari fratelli e sorelle!

Cari Angela e Olof!

L’Evangelista Luca descrive le diverse reazioni della gente che incontra e ascolta Gesù, fin dai primi istanti della predicazione. Si tratta di reazioni contrastanti. Oggi siamo testimoni di una reazione decisamente positiva: “Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità” (V. 32).

C’è però un secondo filo conduttore nei primi episodi della vita pubblica di Gesù: la domanda in sottofondo sulla sua vera identità. Una domanda che, evidentemente, non interessa solo all’Evangelista! Paradossalmente sono i demoni, gli spiriti impuri, a riconoscerlo per primi, e senza volerlo a tratteggiare i primi lineamenti della vera identità: “Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio!” (V. 34).

In queste poche righe San Luca ha così fornito alcuni elementi importanti per un identikit di Gesù. Egli insegna con autorità, tanto da stupire i suoi ascoltatori; è la rovina del male. Ha, infatti, il potere di far tacere e scacciare i demoni. È il Santo di Dio, e dunque ha una speciale relazione con Dio, la quale sarà svelata solo con il progredire del suo cammino.

Tali primi lineamenti sulla persona di Gesù potrebbero passare inosservati; ma l’esserne consapevoli cambia non solo il nostro modo di leggere i Vangeli, ma soprattutto la nostra relazione con lui.

    È anzitutto l’amore del Signore e la nostra professione di fede in lui che ci ha raccolti stasera in questa Chiesa. Ed è nel contesto della celebrazione dell’Eucaristia che vogliamo accogliere la testimonianza di Angela e Olof. E tutti noi, legati a loro dall’amicizia, vogliamo esprimere loro il nostro affetto e la nostra stima.

    Insieme, facciamo festa perché viviamo la certezza della presenza del Signore nel cammino della vita di questa coppia e perché facciamo memoria del mistero stupendo che per 25 anni ha “tenuto insieme” questi nostri amici. A loro diciamo con le parole della Sacra Scrittura: “Ricordatevi tutto il cammino che il Signore vi ha fatto percorrere”.

    Credo che nel cuore di Angela e Olof soprattutto due sentimenti dovrebbero emergere in questo anniversario: lo stupore e il rimpianto.

Stupore: perché sarebbe molto bello poter dichiarare alla propria donna o al proprio marito: “non sono ancora capace di amarti come vorrei, ma rimango meravigliato che dopo 25 anni siamo ancora insieme “nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva salute”. Ma anche rimpianto e profonda commozione perché “potevo amarti di più e non ci sono riuscito”.

In un tempo di cultura liquida, di memoria breve e di facile consumo del sentimento, Angela e Olof ci ricordano che è ancora possibile vivere insieme “per tutti i giorni della propria vita”, dopo essersi promessi reciproca fedeltà quando si sono presentati davanti al Signore il giorno del loro matrimonio.

    Noi auguriamo loro di continuare a vivere il loro amore e coltivare, anche con fatica, quel sussulto del cuore che hanno sperimentato da innamorati e nei primi anni del matrimonio.

    Ora, vorrei proporre alcuni piccoli sentieri da percorrere insieme per inoltrarsi sempre più nel “grande giardino dell’amore” e scoprire qualche terreno inesplorato: quasi una piccola guida spirituale per continuare il cammino matrimoniale.

Vi siete “sposati nel Signore”: continuate a “ospitarlo” nella vostra vita e nella vostra casa. Accoglietelo con gioia e onoratelo. È il vostro Signore, il vostro Maestro. Continuate a pregarlo e ascoltarlo con il cibo solido della sua Parola e dei suoi Sacramenti. Diceva Bernanos: “le mie idee cambiano quando prego”.

    Coltivate la gioia della vita: accogliete i desideri dell’altro e valorizzate le sue doti prima che richiamare le mancanze o evidenziare i limiti. Ricordiamoci che il “Regno di Dio è dentro di noi”: noi siamo il “pozzo delle meraviglie di Dio”. È questo che non finiremo mai di esplorarci e gustare l’acqua fresca e sorgiva che sempre scaturisce dal cuore umano.

    Innamorarsi è facile, ma amare è difficile: è un’arte da esercitare quotidianamente. Coltivare l’umiltà e la capacità di dire spesso: scusa, ho sbagliato, perdonami. Ti voglio bene per quello che sei e non per quello che vorrei.

    “La vita è sempre un regalo che apro ogni mattina, quando mi sveglio”. È bello vivere, ma ancora più bello è vivere insieme, condividendo gioie e tristezze, delusioni e speranze.

    Ditevi spesso che vi amate, con parole, gesti e azioni. Non credete di saperlo già. Anche se sposati da molti anni, è importante conservare un po’ del clima di fidanzamento.

    Tra le tante cose da fare ogni giorno, trovate sempre tempo per sedervi e ascoltarvi con serenità e tranquillità. Datevi tempo, che il vostro cuore sia come una “comoda poltrona” in cui l’altro possa sedersi, rilassarsi e sentirsi a suo agio, ascoltato, accolto e capito.    

Vorrei concludere con una preghiera trovata recentemente in un libretto per fidanzati: “Sei prezioso, mio caro, ai miei occhi il più prezioso: forte e tenero, ma a volte duro e testardo. Sei preziosa, mia cara, ai miei occhi la più preziosa: fragile e delicata, ma a volte impetuosa e travolgente. Sei prezioso nostro Dio, la realtà più preziosa: sei tu che ci hai amato per primo. Che il nostro amore sia, almeno un po’ il riflesso del tuo e che in noi possa sempre risplendere la bellezza dell’amore che tu un giorno di 25 anni fa hai solennemente benedetto e che questa sera vogliamo rinnovare davanti a te e ai nostri amici qui presenti.”  Amen.