Si pubblica, qui di seguito, il testo di una conferenza sui fratelli Ruelli, agostiniani recanatesi di P. Mario Mattei. Questo lavoro, attraverso soprattutto le note, mette in risalto le figure di quei religiosi che hanno contribuito alla rinascita dell'Ordine Agostiniano, ed in modo particolare quella di Padre Agostino Ruelli che il 7 maggio del 1929 ricevette la nomina di primo parroco della Pontificia Parrocchia di Sant'Anna da Pio XI.
I FRATELLI RECANATESI
GIOVANNI E AGOSTINO RUELLI
INTRODUZIONE
Il 28 marzo 2017 a Recanati ho tenuto una conferenza sui fratelli recanatesi Giovanni e Agostino Ruelli, religiosi agostiniani. Credo sia importante contestualizzare le vicende di questi due fratelli nella storia agostiniana recanatese che si è svolta per quasi 800 anni attorno al convento di S. Agostino. Una storia che ha lasciato impronte ancor oggi visibili nelle opere d'arte e anche certamente impronte umane e culturali che vivono nel DNA dei recanatesi. Pertanto rimando a una mia precedente conferenza, tenuta a Recanati il 28 aprile 2016, e che si può trovare nei siti dedicati. Si tratta della storia dell'insediamento agostiniano che ha inizio nella prima metà del XIII secolo. Sarebbe ancora più importante situare le vicende terrene dei fratelli Ruelli in quei tempi difficili del fine Ottocento, in cui venne soppresso il convento di Sant'Agostino e che con grandi difficoltà e sacrifici venne lentamente ricuperato alla vita religiosa. È mia intenzione farlo quanto prima, a partire da questi due personaggi, per giungere al 1986, anno doloroso in cui gli Agostiniani lasciarono quel convento.
P. GIOVANNI RUELLI
P. Giovanni era nato nel 1867 e sette anni dopo, nel 1874, era nato P. Agostino. I loro genitori si chiamavano Vincenzo Ruelli e Rosa Capodacqua. La famiglia era piuttosto modesta, ma stimata per onestà e operosità.
Padre Agostino, mentre era parroco a Sant'Agostino di Siena, scrisse nel 1908 un libretto in memoria del fratello Giovanni, morto in quello stesso anno a Castel Gandolfo. Con l'aiuto di questo libretto incominciamo a ricostruire la vita e le vicende dei fratelli Ruelli.
P. Giovanni, il più grande, era nato a Recanati il 19 aprile 1867 ed era morto nel 1908 a soli 41 anni. Di lui il fratello Agostino ne tesse un lusinghiero elogio, che comunque per essere dato alle stampe, doveva certo essere abbastanza aderente alla realtà, anche se ricalca lo stereotipo degli elogi funebri. Ne loda la vita interiore e lo zelo scrupoloso nel perseguire il bene dei suoi parrocchiani[1]. Ci ricorda poi come sia stato un buon predicatore e che, per questo, abbia calcato i pulpiti di diverse città d'Italia. Naturalmente i suoi superiori riconobbero in lui anche doti degne di essere valorizzate con incarichi di fiducia.
In questo corposo fascicolo di 50 pagine, l'autore raccoglie numerose attestazioni di affetto che padre Giovanni ricevette durante la breve malattia e dopo la sua morte. Riporta ad esempio il commosso ricordo del prof. Primo Acciaresi[2] che lo ebbe come studente; e del prof. Mariano Patrizi[3], suo compagno di scuola. È descritto come un ragazzo sveglio, curioso, di ottima memoria. Sul piano religioso è ricordato come pio e scrupoloso chierichetto nella chiesa di S. Agostino. Diventato agostiniano è stimato da tutti come religioso di grande valore. Il P. Nicola Mattioli[4], Assistente Generale, si onorava di aver portato all'Ordine un soggetto di così alto valore. Nel 1882 fu mandato a Napoli dove, a S. Maria Maddalenella degli Spagnoli, compì l'anno di Noviziato. Terminato il quale, fu mandato a studiare teologia nel nuovo Collegio di S. Monica in Roma.
L'autore del libretto raccoglie poi le testimonianze dei più illustri confratelli, che avevano conosciuto P. Giovanni, come il Generale dell'Ordine Pacifico Neno[5] e altri che erano stati chiamati all'episcopato e al cardinalato come i cardinali Sebastiano Martinelli[6],
Agostino Ciasca[7] e Luigi Sepiacci[8].
Il Provinciale della Provincia Romana, P. Giovanni Berdozzi[9], lo considerava uno dei migliori soggetti della Provincia.
Nel 1888, a 20 anni, è chiamato alle armi. Durante il servizio militare mantiene una stretta corrispondenza con il Generale Neno e con Nicola Mattioli, allora segretario dell'Ordine. Lasciò la vita militare con il grado di Sergente. Nel settembre 1890 il Generale Sebastiano Martinelli lo destina al convento di Borgo a Buggiano (PT), dove termina gli studi, e viene ordinato sacerdote il 19 dicembre 1891. Dopo qualche mese viene mandato come vice parroco a S. Agostino di Roma.
Intanto nel 1891 Leone XIII affidava agli agostiniani la Parrocchia di Castel Gandolfo. Il Generale Martinelli l'accettava a nome dell'Ordine e vi mandava, tra gli altri, il giovanissimo P. Giovanni, il quale poi nel 1895 ne diventava parroco a soli 28 anni. Le fatiche pastorali e, molto probabilmente anche il contatto continuo con i malati e i moribondi che chiedevano il suo conforto, minarono la sua salute. I primi segnali di una emottisi comparvero nel settembre del 1907. Gli fu consigliato di recarsi al mare per respirare l'aria salmastra ed egli scelse di andare ad Anzio, perché più vicino a Castel Gandolfo. Il luogo era però ai margini della pianura pontina e qui P. Giovanni purtroppo contrasse anche la febbre malarica. Non dimentichiamo che in quei tempi la pianura pontina non era ancora bonificata[10]. Consapevole di essere ormai giunto alla fine dei suoi giorni, volle celebrare l'ultima messa per i suoi parrocchiani l'8 dicembre del 1907. Nel pomeriggio del 2 marzo dell'anno successivo, aggravatosi ulteriormente, ricevette con solennità il Viatico e l'Unzione degli Infermi. Lo stesso giorno, verso le ore 19.00, rendeva l'anima a Dio.
I funerali furono celebrati dal Provinciale Adeodato Neno[11] nella chiesa degli agostiniani di Castel Gandolfo, gremita all'inverosimile.
Ecco come raccontò le esequie l'Osservatore Romano dell'8 marzo 1908: «I funerali del defunto Arciprete Parroco di Castel Gandolfo, P. Giovanni Ruelli, Agostiniano, fatti il 5 corrente, non potevano riuscire più imponenti e più solenni. Tutto il popolo, senza distinzione di classe, prese parte all'accompagno solenne. Precedeva il concerto locale della Società S. Sebastiano, seguivano gli Alunni delle scuole maschili e femminili, la Confraternita del SS.mo Sacramento, il Clero, la Giunta Municipale ed una folla immensa di popolo di Castello, Albano e Marino. Si calcolano circa 1500 persone che seguirono il feretro sino al Camposanto. I buoni Castellani non rammentano un accompagno così numeroso. Abbiamo veduto persone inginocchiarsi al passaggio della salma: tanto era venerato ed amato il defunto Padre Ruelli"[12].
Al Cimitero lesse l'elogio funebre il Presidente della Società cattolica, il Sig. Francesco Murazzi. Sembra che il discorso sia stato dato alle stampe, ma non ci è stato possibile ritrovarlo.
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PADRE AGOSTINO RUELLI
Come abbiamo visto P. Giovanni era morto a Castel Gandolfo a soli 41 anni, mentre il fratello Agostino, di sette anni più giovane, era parroco e priore a Sant'Agostino di Siena. Infatti il libretto in memoria del fratello Giovanni, come molte altre sue pubblicazioni, sono stampate appunto a Siena.
p. agostino era nato a Recanati il 30 dicembre 1874 e a 15 anni entrò nell'Ordine agostiniano come figlio della Provincia Umbra. Compì l'anno di noviziato a Carpineto Romano e al termine emise la Professione il 29 settembre 1891. In quella occasione, come era consuetudine a quei tempi, cambiò il nome di battesimo, Francesco Eugenio, in quello di Agostino. Compiuti gli studi filosofici e teologici a Roma, venne ordinato sacerdote il 19 settembre 1897.
Destinato dai Superiori all’insegnamento, P. Agostino dal 1897 al 1898 insegnò latino e greco prima nel Collegio Internazionale di S. Monica a Roma, e poi dal 1898 al 1899 nell’altro Collegio agostiniano di Sturla, presso Genova. Dal 1899 al 1907 troviamo P. Agostino nel Collegio della SS.ma Trinità di Viterbo, dove insegna materie teologiche, finché non fu destinato a reggere la nuova parrocchia di S. Agostino in Siena, ove dimorò fino al 1920. A Siena P. Agostino non solo attese a guidare l’importante parrocchia, ma fondò e diresse riviste e periodici, come “Religione e Civiltà” e “Tesoro Eucaristico di Siena”. Ebbe inoltre la cattedra di Teologia dogmatica nel Seminario Arcivescovile e fu anche prolifico scrittore, dando alla luce diversi libri ed opuscoli.
Nel Capitolo generale del 1920 venne scelto come Segretario Generale dell’Ordine. Tuttavia durò in questa carica solo pochi mesi, perché il 21 settembre del medesimo anno venne promosso Sottosacrista di Sua Santità in seguito alla morte di Padre Agostino Pifferi[13] che aveva ricoperto tale carica. Al Conclave del 1922, in cui venne eletto papa di Pio XI, partecipò anche P. Agostino Ruelli con il compito ufficiale di Confessore degli Eminentissimi Cardinali[14].
A seguito dei Patti Lateranensi del 1929, molte cose cambiarono in Vaticano.
Il 30 maggio 1929 con la Costituzione Apostolica "Ex Lateranensi pacto" Pio XI istituiva la "Pontificia Parrocchia di Sant'Anna in Vaticano", affidandone la cura agli Agostiniani. Il 7 giugno successivo avvenne la nomina del primo parroco nella persona del Padre Agostino Ruelli. Il 18 agosto del medesimo anno iniziava l'ufficiature della Parrocchia nella chiesa di S. Anna, già appartenente alla Confraternita dei Palafrenieri[15]. Nel medesimo anno, la chiesa parrocchiale S. Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, degli Agostiniani, per disposizione di Pio XI venne affidata ai Salesiani.
Contemporaneamente Pio XI innalzò il sacrista alla dignità di Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Stabilì quindi che il territorio vaticano non dovesse dipendere dal governo pastorale del cardinale vicario della diocesi di Roma, di cui comunque faceva parte, ma avesse un proprio vicario nella persona del Sacrista pro tempore dei Palazzi Apostolici, con giurisdizione anche sul Palazzo Lateranense e su quello di Castel Gandolfo[16]
Per la precisione la parrocchia di Sant'Anna venne affidata in solidum all'Ordine agostiniano, e quindi a una comunità di agostiniani, ai quali fu dato come convento la canonica attigua alla chiesa. La comunità della parrocchia venne quindi distinta da quella della Sacrestia ed ambedue le comunità dipendono, ancora oggi, direttamente dal Priore Generale dell'Ordine.
Il 7 giugno 1929, con la nomina di P. Agostino come primo Parroco del nuovo Stato della Città del Vaticano, il mondo recanatese si sentì anch'esso investito in qualche modo di tale onore, anche sulle ali di un generale esultanza per il Concordato raggiunto tra il Governo italiano e la Santa Sede.
Il CASANOSTRA così saluta l'avvenimento: "Per quel legittimo senso di orgoglio cittadino, che non è certo vanagloria, ma sicura consapevolezza del valore di tanti suoi figli – che in ogni campo, dovunque e sempre ne tengono alto e onorato il nome – Recanati è lieta e superba di vedersi legata, con la nomina del concittadino Padre Ruelli a Parroco della Città del Vaticano, ad uno degli avvenimenti storici più importanti e più insperato, fino a pochi mesi or sono, alla Conciliazione, cioè, tra la Chiesa e lo Stato, voluta così fermamente dal Governo Fascista. E questa letizia è tanto più viva e sentita, in quanto è una nuova gemma dell’umile popolo recanatese che, germogliando quasi occulta, ha sbocciato anch’essa rigogliosa nel bel patrio giardino; perché Padre Ruelli è figlio di popolani e dei popolani ha conservato e conserva tutta l’umiltà e tutta l’operosità intelligente e indefessa. Al modesto, quanto valoroso Concittadino, giungano bene accette le congratulazioni e gli auguri del “CASANOSTRA” che è sicuro d’interpretare la volontà e il desiderio di tutti i Recanatesi, ai quali riusciranno gradite queste brevi notizie biografiche e bibliografiche su P. Ruelli, gentilmente forniteci da un amico".
P. Agostino, richiamato in Provincia, ha coperto l’ufficio di Priore nei conventi di Santa Caterina di Gubbio, San Pietro di Terni ed infine di Sant’Agostino di Perugia.
Ha svolto un’intensa attività di scrittore in campo ascetico, teologico e storico.
Il Necrologio pubblicato su ANALECTA XVII (1939) informa i confratelli che P. Agostino è morto, dopo breve malattia, nel convento di Recanati il 27 ottobre 1939 a 65 anni.
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SCRITTI E PUBBLICAZIONI DI Padre AGOSTINO RUELLI
[L'elenco non solo è incompleto, ma anche certamente impreciso, in quanto è tratto da elenchi e note di altre pubblicazioni. L'archivio della Provincia Agostiniana d'Italia conserva solo alcuni di questi scritti e pertanto è impegnato alla raccolta di tutti gli scritti di P. Agostino, anche in fotocopia.]
1. Compendio della Vita di S. Nicola da Tolentino Agostiniano. Viterbo, Tip. Agnesotti 1905, pp. 126, in 8.
2. Confutazione storico-dottrinale d'un opuscolo socialista, "Chi ha la maschera?" edita dalla Direzione e Redazione della "Vedetta del Cimino". Viterbo, Tip. Monarchi 1906-1907, pp. 192, in 12.
3. In Memoria del Rev. P. Giovanni Ruelli, Agostiniano Arciprete-Parroco di Castel Gandolfo. Siena, Tip. S. Bernardino, 1908, pp. 48.
4. Nel trigesimo della morte del reverendo P. Giovanni Ruelli agostiniano, Siena 1908, pp. 50.
5. Pio X, il Papa dell'Eucarestia. Nell'ottavo compleanno del Supremo Pontificato 4-9 Agosto 1903 - 4-9 Agosto 1911. Siena, Tip. S. Bernardino 1911,pp. 14.
6. Azione cattolica "con Cristo e con la Chiesa". Discorso tenuto ai Soci dell'Oratorio Festivo "S. Giuseppe" che fu inaugurato il 21 maggio 1911, nella parrocchia di S Agostino. Siena Tip. Pont. S. Bernardino, 1911, in 8, pp. 12.
7. Il Papa, il gran dimenticato! Estratto del Periodico dì Siena: Religione e Civiltà, Anno II, Vol. IV. Siena Tip. Pont. S. Bernardino 1913, pp. 36.
8. Pio X, il Papa dell'Eucarestia. Operetta nuovamente edita e dedicata all'E.mo Sig. Card. Domenico Ferrata Delegato Pontificio del XXIV Congresso Eucaristico a Malta. Siena Tip. Pont. S. Bernardino, 1913, pp. 44.
9. La Lega Pro Pontifice et Ecclesia al Congresso Eucaristico di Malta, XXIV Internazionale (22-27 aprile 1913). Siena Tip. Pont. S. Bernardino 1913, pp. 6. (Estr. da: Religione e civiltà: periodico di Siena, a. III, 1 giugno 1913, n. 11.
10. Sacerdotalis foederis pro pontifice et ecclesia ad eucharistiam relatio. Latine edita allocutio Italice habita in eucharistico Melitensi conventu 25 aprilis 1913. Senis, ex officina Tip. S. Bernardino, 1913, pp. 25, cm. 22.
11. Si può dissentire dal Papa in fatto di Questione Romana? (articolo dedicato ai giornalisti cattolici) Dal Periodico di Siena Religione e Civiltà. Siena Tip. Pont. S. Bernardino, 1914, pp. 16.
12. Il nostro clero e lo studio della lingua latina. Siena Tip. Pont. S. Bernardino, 1914, pp. 14.
13. Alla santa memoria di Pio X: dall’alba al tramonto (2 giugno 1835-2 agosto 1914), Siena Tip. Pont. S. Bernardino, pp. 16.
14. La Massoneria e la moda pei fanciulli, Siena Tip. Pont. S. Bernardino, 1914, pp. 20.
15. La fede nella mente e nel cuore di S. Agostino, Vescovo d'Ippona e Dottore massimo della Chiesa. Discorso. Casale Monferrato, Tip. G. Cassone, 1915, pp. 30.
16. Si verifica tra noi: Religio depopulata? Siena Tip. Pont. S. Bernardino, 1915, pp. 17.
17. Una corona di 12 stelle a Maria SS. del Rosario, Breganze 1915, pp. 17.
18. Come regolarci per sentire ed operare cattolicamente? - Breganze Tip. della Riscossa, 1915, pp. 16.
19. Le Sacre Particole prodigiosamente conservate intatte a Siena dal 1730 ad oggi, Siena Tip. Editrice S. Bernardino, 1915, pp. 80.
20. S. Rita da Cascia Agostiniana detta la Santa dei casi umanamente impossibili (Cenni biografici e preghiere). Siena, Tip. Pont. San Bernardino, 1916, pp. 40.
21. De Sacris Particulis ab anno 1730 in Senensi Basilica S. Francisci incorrupte servatis. Disquisitio historico-critico-theologica ab Augustino Ruelli, Ord. Fr. Er. S. Aug., nomine almi Theologici eiusdem Urbis Collegii, exposita. Senis, ex Officina typographica a S. Bernardino dicta, 1917. - pp. 190, in 8.
22. Della vergine e martire S. Bibiana, Siena Tip. Coop. 1917, pp. 20.
23. In memoria dell'E.mo Sig. Cardinale del tit. di S. Agostino, Sebastiano Martinelli, dell'Ordine degli Eremitani di S. Agostino, nel funere di trigesima. Elogio funebre recitato nella Chiesa di S. Agostino di Roma, il 3 di Agosto 1918. Siena, Tip. San Bernardino, 1918, pp. 34.
24. Discorso per le Nozze d'Argento Parrocchiali del M. R. P. Nicola Brandi, Priore agostiniano di S. Agostino in Recanati. Siena, Tip. San Bernardino, 1918, pp. 16, cm. 21.
25. S. Agostino vescovo e dottore massimo della chiesa: sunto della vita e nuovo triduo, Siena : Stab. tip. S. Bernardino, 1919, pp 52, cm. 17.
26. L’amore al Papa e alla Chiesa in varii ministeri sacerdotali, Siena Tip. S. Bernardino 1920, pp. 34.
(Estr. da: Bollettino dei consigli d'Italia pro pontifice et ecclesia, a. III - gennaio-dicembre 1919).
27. Il miracolo Eucaristico di Siena dimostrato dalla storia, dalla scienza, dalla fede. Roma, Tip. Poliglotta Vaticana, 1922, pp. 132, cm. 18.
28. De miraculo eucharistico senensi historice, theologice, liturgice considerato, Romae ex Off. Typ. Latiali 1923, pp. 18. (Ex Ephemerid. liturgicae, a. 37 - 1923, n. 8).
29. De passione Domini nostri Iesu Christi in liturgiis occidentalibus, Romae ex Off. Typ. Latiali, 1923, pp. 18. (Ex Ephemerid. liturgic., an. 37, 1923, nn. 5-6-7.
30. Enarratio Eucaristici Prodigii Senensis in Congressu Internationali Amstelodami. Romae, Typ. Polyglottis Vaticanis, 1924, in 16.
31. Il tesoro eucaristico di Siena al congresso interdiocesano di Trani (30 aprile-4 maggio 1924). Siena, Scuola tipografica sordomuti 1925, pp. 16, cm. 24.
32. Notizie biografiche di S. Rita da Cascia. Illustrazione di D. Mastroianni. Roma, Sansaini, 1927, pp. VI, 112. (Tradotto in lingua portoghese).
33. S. Rita da Cascia agostiniana, gran Santa nel secolo, gran Santa nel Chiostro. Panegirico. Roma, Sansaini, 1927, pp. 28. (Tradotto in lingua portoghese).
34. S. Agostino Vescovo e Dottore su le traccie del primo biografo, Sintesi e note. Firenze, Libreria ed. Fiorentina, 1929, in 16, pp. VII-64. (Piccola biblioteca agostiniana, 1)
35. Giubileo sacerdolale del M. R. P. Origene Scarabelli Agostiniano. Al molto reverendo padre Origene Scalabrella, priore provinciale degli agostiniani della provincia umbra, parroco di S. Francesco a Pergola, nel giubileo sacerdotale 1904 - 1929, padre Agostino Ruelli, parroco della Città del Vaticano, con affetto di confratello e di collega. Roma Tip. Sansaini 1929, cm. 23, pp. 12.
36. In onore del concittadino recanatese beato Girolamo dei Gherarducci, agostiniano: notizie biografiche (inno, preghiere per il triduo e per il giorno della festa). Recanati, Prem. tip. R. Simboli, 1935, pp. 38
37. Notizie biografiche di santa Rita da Cascia agostiniana. Roma, II ediz., Tip. Sansaini, 1943, pp. VII, 106.
P. Mario Mattei
[1] A Castel Gandolfo su una popolazione di 2300 persone vi erano quattro società cattoliche e circoli giovanili che raggiungevano praticamente tutti gli abitanti. Una parrocchia quindi viva e impegnativa.
[2] Celebre insegnante e pubblicista recanatese. Gli è stata dedicata una via a Roma-Tiburtina.
[3] Mariano Luigi Patrizi (Recanati, 23 sett. 1866 - Bologna, 9 sett. 1935). Rapida e brillante la sua carriera. Nato povero, presto orfano del padre, con l’aiuto del Municipio e di qualche concittadino giunge a conseguire il 9 luglio 1890, a Roma, la laurea in Medicina e Chirurgia. Insegnò negli Atenei di Torino, Ferrara e Sassari, si trasferì poi a Modena come professore e direttore dell'Istituto fisiologico (1897) e da qui passerà poi a Bologna, dove morì nel 1935. Si distinse nel campo della psicofisiologia e promosse lo studio della antropologia criminale. Eloquente e sorprendente un suo libretto dal titolo: "Critica e biografia psicofisiologica del pittore criminale Michelangelo da Caravaggio" del 1918. Ma studiò, sotto questo aspetto, anche il concittadino Leopardi.
[4] P. Nicola Mattioli nacque a Matelica nel 1836 e morì a Roma nel 1901. A 18 anni entrò nell'Ordine (anche il fretello Luigi divenne agostiniano) e nel 1855 fece la prima professione religiosa. Ordinato sacerdote nel 1859, si dedicò allo studio e alla predicazione. Nel 1885 fu chiamato a insegnare nel collegio internazionale di S. Monica e nel 1889 fu scelto come Segretario dell'Ordine. Nel 1895 fu eletto Assistente Generale. Fu il primo direttore del periodico "La Madre del Buon Consiglio" e pubblicò numerose opere, tra le quali la celebre "Antologia Agostiniana" in 4 volumi.
[5] Antonio Pacifico Neno era nato a Grotte di Castro (VT) il 17 giugno 1833. A 16 anni entrò nel noviziato agostiniano di Genazzano e il 1 giugno 1851 emise la prima professione. (Anche suo nipote Adeodato Neno si fece agostiniano). Iniziò gli studi teologici a Roma nel convento di S. Agostino e fu ordinato sacerdote l'8 febbraio 1858. Fu quindi mandato a insegnare nello Studium di Recanati e vi rimase cinque anni. Richiamato a Roma, fu mandato in America, nel grande collegio di Villanova come reggente degli studi. Vi rimase 16 anni. Nel frattempo, nel 1878, venne eletto Provinciale degli Agostiniani degli Stati Uniti. Nel 1880 papa Leone XIII lo nominò Commissario Generale di tutto l'Ordine agostiniano e quindi, nel gennaio 1881, lasciò l'America. Aveva il difficile compito di salvare l'Ordine in Italia, decimato dalle soppressioni e da anni di immobilismo. In effetti riaprì le case di noviziato e nel 1882 trasferì la sua Curia e lo Studio nel nuovo collegio di S. Monica per dare agli studenti dell'Ordine un luogo unitario per formazione teologica e per preparare i futuri insegnanti. Una nuova generazione di religiosi ben preparati fu l'inizio di una insperata ripresa dell'Ordine in Italia. Morì improvvisamente il 24 febbraio 1889.
[6] Il Cardinal Sebastiano Martinelli era nato a Lucca, nella parrocchia di S. Anna, il 20 agosto 1848. Seguendo l'esempio del futuro cardinale Tommaso e del P. Aurelio, suoi fratelli maggiori, entrò nell'Ordine agostiniano a Genazzano, dove compì l'anno di noviziato e fece la prima professione nel 1865. Compì gli studi a S. Agostino di Roma e venne ordinato sacerdote nel 1871. Per diversi anni fu Maestro dei giovani studenti Irlandesi a S. Maria in Pusterla e professore di Filosofia e Teologia. Eletto Postulatore delle cause dei nostri santi e beati, dal 1881 al 1889 promosse la canonizzazione di S. Chiara da Montefalco e la beatificazione di Alfonso de Orozco, si adoperò inoltre perché a molti nostri beati venisse riconosciuto il culto ab immemorabili, come Sante da Cori, Guglielmo da Tolosa, Grazia da Cattaro, Giacomo da Cerqueto, Angelo da Furci e Angelo da Foligno. Inoltre ottenne il decreto che riconosceva le virtù eroiche di Stefano Bellesini. Nel 1889 fu eletto Generale dell'Ordine e confermato nella medesima carica nel 1895. Ma papa Leone XIII l'anno dopo lo creò Arcivescovo e Delegato Apostolico negli Stati Uniti, e finalmente il 15 aprile 1901 lo creò cardinale. Costretto a letto negli ultimi tre anni della sua vita, morì nel palazzo di S. Anna il 4 luglio 1918, dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti dal confratello agostiniano mons. Agostino Zampini, Prefetto del Palazzo Apostolico. I suoi funerali furono celebrati in S. Agostino e furono solennizzati dal coro della Cappella Sistina diretto dal maestro Lorenzo Perosi e alla presenza di 19 cardinali e di molti vescovi. Fu sepolto al Verano nella Cappella degli Agostiniani. Mi piace qui ricordare che l'elogio funebre nel trigesimo della sua morte fu tenuto da P. Agostino Ruelli e fu dato anche alle stampe. Vedi ruelli agostino, In Memoria del Eminentissimo Signor Cardinale del titolo di S. Agostino, Sebastiano Martinelli, dell'Ordine di Sant'Agostino nel funere di trigesina. Elogio funebre, recitato nella Chiesa di S. Agostino di Roma, il di 3 agosto 1918. Roma 1918, 34 pp. Quando Sebastiano entrò nell'Ordine, due suoi fratelli più grandi erano già agostiniani: il futuro cardinale Tommaso e padre Aurelio.
Tommaso, il più grande, era nato nel 1827. Nel battesimo gli fu messo nome Sebastiano, che nel 1843, con la Professione, cambiò in Tommaso. Dopo di lui nacquero altri quattro fratelli: Clemente, Teresa, Lorenzo e Sebastiano, nato quest'ultimo nel 1848, quando il primogenito si chiamava già Tommaso. Infine anche i due più piccoli, Lorenzo e Sebastiano, entrarono nell'Ordine. Anche Lorenzo, nel giorno della sua vestizione cambiò il proprio nome in Aurelio. Tommaso fece l'anno di noviziato nel convento di S. Pietro di Terni. Dopo aver reso grandi servigi all'Ordine, fu creato anch'egli cardinale e vescovo di Sabina. Vedi Gutierrez d., Tommaso Maria Martinelli creato cardinale da Pio IX. Estratto da "Pio IX", a. 4 (1975), pp. 89-114.
Aurelio fu priore del convento di Genazzano ed ebbe una parte importante nel restauro del santuario della Madonna del Buon Consiglio.
[7] Il cardinal Agostino Ciasca nacque a Polignano a Mare (Bari) nel 1835 e morì a Roma nel 1902. Il suo nome di battesimo era Pasquale che, con la professione, cambiò in Agostino. Terminati gli studi umanistici, pensò di entrare in qualche Ordine religioso. Nel 1856 si portò a Roma e si presentò al P. Micallef, allora Generale dell'Ordine agostiniano, il quale lo accolse benignamente e, trovatolo deciso nella vocazione, lo inviò al noviziato di Gubbio sotto la direzione del P. Semeria. Iniziò quindi gli studi teologici a Roma sotto la guida di P. Tommaso Martinelli e P. Giuseppe Lanteri. Nel 1858 fu ordinato sacerdote a Sutri (Viterbo). Intanto però i superiori, conosciute le sue qualità, lo mandarono a studiare S. Scrittura e lingue Orientali all’Università Romana. Nel 1865 vinse per concorso la cattedra di lingua ebraica nel Pontificio Collegio Urbano di Propaganda Fide. Papa Pio IX, che lo conosceva e stimava, lo scelse come teologo e come interprete dei Vescovi Orientali al Concilio Vaticano I. Nel 1878 ricevette dalla S. Sede la missione di recarsi in Oriente per trattare problemi riguardanti la Congregazione di Propaganda Fide. Ne approfittò per approfondire sul campo lingue e dialetti Orientali, cosa che gli giovò moltissimo per la compilazione e la pubblicazione di diverse sue opere. Nel 1882 fu eletto Assistente Generale dell'Ordine e dopo poco Procuratore Generale. Contribuì a portare alla guida dell'Ordine il P. Pacifico Neno e a far rifiorire l'Ordine dopo il periodo tragico delle soppressioni. Nel 1891 fu eletto Arcivescovo e ricevette la consacrazione dalle mani del Card. Rampolla, Protettore dell’Ordine, in Sant'Agostino a Roma, e nello stesso anno ricevette la nomina a prefetto degli Archivi Vaticani. Infine nel concistoro del giugno 1899 fu elevato alla porpora cardinalizia. Una malattia cardiaca, che da parecchio tempo lo minava lo portò alla tomba il 6 febbraio 1902. Ai suoi funerali nella Chiesa di S. Maria del Popolo, a dimostrazione della stima che godeva, erano presenti 24 Cardinali, molti vescovi, ambasciatori e dignitari. La Messa fu celebrata dall'agostiniano Mons. Capecci, Vescovo di Alessandria. La sua salma fu tumulata nella Cappella degli Agostiniani al Cimitero del Verano, accanto al suo antico maestro, il Card. Tommaso Martinelli e accanto ai compagni nella restaurazione dell'Ordine: al Card. Sepiacci, al P. Pacifico Neno e al P. Vincenzo Semenza. Un altro Ciasca agostiniano, forse un nipote, fu Padre Stanislao, nato anch'egli a Polignano nel 1871. Professò nel 1891 e venne ordinato sacerdote nel 1897. Nel 1901 era parroco a Sangemini in Umbria.
[8] Il Card. Luigi Sepiacci era nato a Castiglion del Lago (PG) nel 1835. Nel battesimo gli vennero imposti i nomi di Domenico e Daniele. Compì gli studi a Perugia ed ebbe come maestri i PP. Guglielmo Pifferi, Giuseppe Aggarbati e Luigi Concetti. Venne ordinato sacerdote da Leone XIII che a quel tempo era arcivescovo di Perugia. Fu quindi posto nella comunità dei PP. Irlandesi a S. Maria in Pusterla a Roma e poi fu mandato a Gand in Belgio. Dopo quattro anni ritornò a Roma dove si dedicò allo studio e all'insegnamento. Fu Prefetto della Biblioteca Angelica, Segretario dell'Ordine e Procuratore Generale. Nel 1883 venne creato vescovo e nel concistoro del 14 dicembre 1891 creato cardinale. Morì improvvisamente il 26 aprile 1893.
[9] P. Giovanni Berdozzi, nacque a Gualdo (Macerata) nel 1836. Entrò nell'Ordine a Tolentino e vi compì il noviziato nel 1854. Compì gli studi prima a Fermo e poi a Tolentino sotto la guida dei PP. Tommaso Martinelli e Giuseppe Concetti. Nel 1859 fu ordinato sacerdote e nel 1864 il generale dell'Ordine, Belluomini, lo destinò a Viterbo come Maestro dei Professi e insegnante di filosofia. Nel Capitolo generale del 1889 il nuovo Generale Martinelli lo scelse Provinciale della Provincia romana e Priore del convento di S. Agostino a Roma. Nel Capitolo generale del 1895 fu nominato Primo Assistente Generale e Vicario Priore del Collegio di S. Monica. Infine il Priore Generale Rodriguez lo volle ancora Provinciale della Provincia romana e lo mandò a Viterbo come Priore del nuovo Collegio della SS.ma Trinità. Con la sua abilità e oculatezza seppe mettere in serbo una somma tale da poter riscattare il convento della SSma Trinità con tutti i suoi antichi beni. Riscattato il convento nel 1898, il Collegio della SS.ma Trinità fu inaugurato nel 1899. Nel Capitolo provinciale del 1904 P. Berdozzi fu rieletto Provinciale e confermato Priore di Viterbo. Lo colse la morte il 14 gennaio 1907. La messa esequiale fu celebrata da P. Alfonso Walsh Assistente Generale, assistito dai PP. Adedato Neno e Davide Perini. La benedizione al tumulo fu impartita dal vescovo di Viterbo, Antonio M. Grasselli. Il canto gregoriano fu eseguito dalla Schola Cantorum diretta dal P. Gabriele Monti ed accompagnato con l'Harmonium dal Maestro Cesare Dobici. Venne tumulato nella Cappella degli Agostiniani nel cimitero di Viterbo.
[10] Scrisse Ghethe: "Le Paludi Pontine sono l'angolo più selvaggio e affascinante d'Europa". Ma erano anche apportatrici di malaria e di altre malattie mortali. Lungo i secoli furono molti i tentativi di bonificarle. Quando nel 1871 vennero a far parte del Regno d'Italia, il governo pensò di iniziare un'opera di bonifica attraverso incentivi ai privati. Molti attratti dalla speranza di avere un pezzo di terra e un futuro meno gramo, si riversarono nell'Agro Pontino. A tutti è nota la vicenda di S. Maria Goretti († luglio 1902) che con la sua famiglia vi si era trasferita dalle Marche. La bonifica integrale e definitiva iniziò nel 1924 con il governo Mussolini.
[11] Padre Adeodato Neno era il nipote del Generale P. Pacifico Neno. Vestì l'abito agostiniano nel convento del Buon Consiglio a Napoli nel 1883 e fu ordinato sacerdote nel 1894. Nel 1900 fu inviato per tre anni come Reggente e come professore di teologia nel nuovo collegio di Viterbo. Nel 1907 fu eletto provinciale della Provincia Romana. Nel 1920 fu eletto Assistente Generale e nel 1924 Procuratore dell'Ordine. Morì a Genova nel 1934.
[12] Tra i giornali che parlarono dei suoi funerali: "L'Unità Cattolica", il "Corriere d'Italia" e "La Vera Roma".
[13] P. Agostino Pifferi, della Provincia Romana, era nato ad Acquapendente (VT) nel 1850. Nel 1872 era stato ordinato sacerdote e quindi fu mandato parroco a Pergola dove vi rimase fino al 1895. Ritornato nella sua Provincia, ebbe diversi incarichi finché venne scelto come Sottosagrista in Vaticano. Morì a Roma il 23 agosto 1920.
[14] Già al tempo di Pio IV (1559-1565) il Sacrista incominciò a entrare in Conclave. Tale privilegio fu confermato da Pio X, il quale nella Costituzione Vacante Sede Apostolica del 1903 scrive che partecipano al Conclave «Sacri Palatii Apostolici Sacrista quoque cum uno vel pluribus clericis coadiutoribus in officio sacristae». Durante il Conclave, ogni mattina doveva celebrare la Messa "de Spiritu Sancto" alla presenza dei Cardinali e, una volta eletto il nuovo Papa, doveva somministrare la bianca veste papale. Dal 1600, sotto Clemente VIII, il Sacrista poteva contare sull'aiuto di un Sottosacrista, il quale lo sostituiva nell'ufficio anche in caso di morte. Nel 1799 il Ven. Mons. Menochio, che era Sottosacrista venne chiamato al conclave di Venezia in sostituzione del vecchio Sacrista Mons. Francesco Saverio Cristiani che era in fin di vita a Montegranaro (A.P.) sua patria.
[15] Sino al 1929 l'incarico di Parroco dei Sacri Palazzi in Vaticano era gestito dal Sagrista Pontificio. Per conoscere qualcosa di più in merito all'ufficio di Sacrista Pontificio si veda un mio lavoro in percorsi agostiniani, a. VI (2013), n. 12, pp. 310-317.
[16] Fanno eccezione la Basilica e la Canonica di S. Pietro, che vengono poste sotto la giurisdizione del cardinale arciprete della Basilica stessa. Infine, nel 1991 Giovanni Paolo II affidava la cura pastorale della Città del Vaticano, in qualità di Vicario Generale, al cardinale arciprete "pro tempore" della Basilica Vaticana (cf. OR 14-15 gennaio 1991).