Tre artigiani di Tolentino hanno collocato il Bambinello tra le rovine che ricordano Palmira e il terremoto in Italia
Come ormai è tradizione protratta da dieci anni, la sera del 26 dicembre, festa di Santo Stefano martire, Sua Eminenza il Card. Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, ha presieduto la Santa Messa delle ore 18 nella Pontificia Parrocchia di Sant'Anna. Ha concelebrato alla Celebrazione Eucaristica il Parroco P. Bruno Silvestrini. Ha animato la liturgia la “Corale Sant’Anna”, diretta dal M° Gaetano Civitillo.
Ha prestato servizio all’altare il sig. Mariano Piampiani, priore della Confraternita di San Nicola a Tolentino e tra gli ideatori del presepe.
Al termine della celebrazione il Parroco ha presentato al Cardinale gli auguri di Buon Natale e di Buon Anno a nome dei fedeli che frequentano la Pontificia Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano ed ha esposto brevemente le idee che hanno guidato i presepisti Mariano Piampiani, Alberto Taborro e Sandro Brilarelli di Tolentino nell’allestire il presepe di quest’anno e li ha ringraziati d’essere venuti da così lontano per partecipare alla celebrazione.
È stato quindi letto dal parroco il testo dell'immaginetta augurale, consegnata ai fedeli, tratto dal messaggio di Natale scritto dal Beato Paolo VI, che invita tutti a vivere il Natale nel silenzio del cuore.
Formata la piccola processione, ci si è recati davanti al presepe per la benedizione.
Prima di rientrare in sacrestia, il Cardinale ha salutato, uno ad uno, i numerosi fedeli che erano presenti alla celebrazione.
Riportiamo il testo dell'omelia di Sua eminenza.
Santo Natale 2016
1) In ogni Santa Messa noi ripetiamo questa acclamazione: "Santo, Santo, Santo è il Signore Dio dell'universo". Cos'è l'universo? Cosa si nasconde dietro questa parola? E cosa sono i cieli e cos'è la terra sulla quale poggiamo i piedi per pochi veloci anni?
Sono domande legittime.
Giacomo Leopardi, nella celebre poesia intitolata "L'infinito" confida il senso della piccolezza che provava, confrontandosi con gli spazi sconfinati dell'universo.
E dice:
«Tra questa
immensità s'annega il pensier mio.»
2) Ma cos'è questa immensità che riempiva di stupore il poeta? E cosa sono questi spazi immensi che formano l'universo nel quale noi viviamo? E spesso non ci rendiamo minimamente conto della meravigliosa complessità dell'universo.
Pensate!
Noi stiamo seduti e crediamo di stare fermi, ma, in realtà, noi stiamo navigando nello spazio ad altissima velocità. La Terra, infatti, gira su se stessa con l'asse inclinato e, contemporaneamente, gira attorno al sole (anche in questo momento!) alla velocità di 30 Km al secondo.
E, con il Sole, si muove insieme ad una immensa famiglia di stelle chiamata Via Lattea che ha un diametro di 300.000 anni luce, cioè un miliardo di miliardi di miliardi di chilometri.
Potrei continuare a lungo a descrivere il meraviglioso equilibrio dell'universo.
Isacco Newton, grande scienziato, giustamente disse: «Quando la sera mi fermo a guardare il cielo, e rifletto sul movimento perfetto di queste sfere in continua navigazione nello spazio, mi viene da esclamare: bisogna essere ciechi per non riconoscere l'intelligenza dell'Autore e bisogna essere stolti per non inginocchiarsi davanti alla grandezza di questo Autore».
Aveva perfettamente ragione.
3) Voi, a questo punto, potreste dirmi: "Ma che c'entra tutto questo con il Natale?".
Altroché se c'entra!
Infatti, questo Dio Onnipotente, questo Creatore e Signore dell'universo è entrato nella nostra famiglia umana (si è fatto uomo!).
A Natale celebriamo questo avvenimento inaudito. Per questo motivo noi siamo ottimisti. Per questo motivo noi siamo sicuri che la storia, nonostante le tante e continue pazzie e le enormi e continue cattiverie degli uomini, va verso una conclusione felice per coloro che aprono il cuore a Dio Salvatore.
Infatti, la discesa in campo del Figlio di Dio non può avere un esito fallimentare: se pensassimo questo non avremmo capito niente di chi è Dio e di che cosa può fare Dio. A questo proposito, non dimentichiamo le parole che l'Angelo Gabriele disse a Maria nel momento più decisivo della storia: «Non temere, Maria! Niente è impossibile a Dio!».
Ma non solo. A Natale noi ricordiamo, con uno stupore mai sufficiente, che il Figlio di Dio ha scelto di inserirsi dentro la nostra storia infettata dall'orgoglio, nascendo nella povertà e nell'umiltà impressionante di Betlemme.
Se pensiamo bene chi è Dio, vengono le vertigini quando a Natale ricordiamo che: «A Betlemme si compirono per Maria i giorni del parto e diede alla luce il suo Figlio primogenito e lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia delle bestie, perché non c'era posto per loro nel ritrovo della gente».
Pensate: non c'era posto per Colui che ha creato ogni posto! Che mistero! Che lezione per noi! Mai mediteremo abbastanza sul fatto inaudito accaduto a Betlemme e sul modo con cui è accaduto.
Ma la lezione non finisce qui. Infatti, mentre l'Onnipotente, mentre il Creatore dell'universo entrava nel nostro mondo con il passo deciso e inconfondibile dell'umiltà, in quello stesso momento era in atto nell'impero romano il processo di divinizzazione dell'imperatore.
L'imperatore Augusto veniva chiamato "Divus Augustus", cioè "Divino Augusto".
E l'imperatore Domiziano arrivò ad ordinare di incidere sulle monete queste parole: "Domitianus Divus et Salavator", "Domiziano, divino e salvatore".
Che follia! Questi uomini esaltati sono tutti morti e sepolti e la loro gloria è diventata polvere.
Dice realisticamente il Salmo 49:
«Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
non temere se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria».
Così è sempre accaduto.
Anche oggi il fenomeno della divinizzazione continua: si parla stoltamente di divi, di dive, di star, di immortali! Sono tutte menzogne stupidissime.
Non dimentichiamo che il vero grande, l'unico grande è Dio; e Dio è umile: Betlemme ce lo ricorda, anzi ce lo grida continuamente.
Non lasciamo cadere questa lezione! Affrettiamoci a seguire le orme di Dio buttando via subito qualche zolla di orgoglio che ci oppone a Dio e ci rende incapaci di vivere da fratelli in mezzo ai fratelli.
Se a Natale buttiamo via un po' di orgoglio (che abbiamo tutti!), sentiremo nel nostro cuore il canto degli Angeli e la gioia del cuore di Maria, di Giuseppe e dei pastori. Ciò che vi dico … è sicuro!
4) Non solo! A Betlemme, Dio entrando a far parte della nostra famiglia umana, ci ha ricordato che la vita umana è un'autentica meraviglia: la vita umana è sacra, ogni vita umana è sacra, ogni vita umana è bella e preziosa perché Dio stesso è venuto a condividerla.
Ma, se si dimentica la lezione di Betlemme, se si voltano le spalle a Betlemme … la vita umana perde valore e, addirittura, scende sotto il valore degli animali. E sta proprio accadendo così.
Ecco un esempio recentissimo. In Olanda si stanno preparando i festeggiamenti per il 15° anniversario dell'introduzione dell'eutanasia, cioè del diritto riconosciuto dalla legge di potersi togliere la vita a piacimento.
Anzi, l'Associazione promotrice dei festeggiamenti, preme affinché, oltre i 70 anni, sia messa gratuitamente a disposizione di tutti gli olandesi la pillola "Kill-pill" in modo che ognuno possa servirsene decidendo di togliersi la vita quando vuole.
Ma - notate! - contemporaneamente, sopprimere un cane randagio è reato! Non provate vergogna e orrore per quello che sta accadendo?
Veramente, stiamo precipitando nell'abisso perché ci siamo allontanati dalla Luce di Betlemme: l'unica Luce che dà senso alla vita e la rende tempo prezioso per aprire il cuore a Dio e vivere la vita stessa di Dio: la vita dell'amore, la vita della carità che rende felici.
Buon Natale! Siate riconoscenti e felici di poter seguire la segnaletica che Dio ci ha dato a Betlemme: è la segnaletica giusta, la segnaletica della vera felicità.
Non fatevi ingannare da altre ingannevoli segnaletiche oggi in libera circolazione. Buon Natale nella luce di Betlemme!