Il diario del Parroco e l'esperienza spirituale nei luoghi del Signore
Il pellegrinaggio verso la terra santa è iniziato il 5 novembre 2015. Il tour è stato organizzato da padre Stefano Canuto e oltre a me hanno partecipato suor Reggina, suora trappista nigeriana che vive a Roma, e Rona, del gruppo filippino che organizza la messa nella parrocchia di Sant'Anna tutte le domeniche. Alle 12:03 partenza con il volo Alitalia e siamo atterrati alle 15:00 (Israele ha un'ora avanti rispetto all'Italia). L'orario è stato rispettato alla perfezione.
Siamo arrivati a destinazione tramite i tram-navetta che collegano l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv a Gerusalemme. Giunti alle 19 in via Nablus, presso la Gate Damasco, le suore ci hanno accolto, condotto nelle reciproche stanze e rifocillati con una cena frugale.
Domenica 6 novembre. Abbiamo percorso più di 13 km. Lasciata la casa, siamo andati al santo sepolcro. Con grande meraviglia abbiamo notato che l'unità dei cristiani si sta realizzando in uno stupendo restauro del luogo dove il Signore è risorto. Un religioso francescano ci ha informati che l'apertura delle lastre di marmo sovrapposte si può vedere sul file di Nationals geografic su internet. Poi siamo andati alla tomba di Davide, al Cenacolo, alla Dormitio dei benedettini tedeschi. Abbiamo attraversato la vita romana del "Cardo" ed abbiamo anche noi sostato al muro del pianto... siamo scesi e risaliti dal "galli canto" perché era chiuso. Risaliti siamo andati a visitare i luoghi dell'Ecce Homo, l'arresto e il carcere. Siamo quindi andati verso la vasca probatica e la chiesa di Sant'Anna...ma non siamo potuti entrare perché non ricevevano euro ma solo la moneta ebraica. Ci siamo diretti verso l'Orto degli ulivi e alla dormitio Virginis in versione ortodossa. Alla chiesa dell'agonia abbiamo concelebrato. Una celebrazione domenicale pacifica e serena. Davanti all'altare la pietra dove il Signore ha sudato sangue per noi.
Al termine della santa messa siamo risaliti e ritornati, camminando come pellegrini...verso la porta detta "Damasco". Presso questa porta abbiamo degustato la spremuta di melograno. Siamo giunti a casa molto stanchi. Ma il nostro cuore era pieno di gioia. Abbiamo camminato nei luoghi dove il Signore ci ha manifestato il suo amore!!!
7 novembre. La giornata è stata faticosa nel cammino e, grazie ad un disguido dei padri assunzionisti, si è mangiato a pochi biscotti e molta acqua. Arrivati al "gallicanto" non avevano più panini per il pranzo a causa dei nemerosi pellegrini giunti da ogni continente . Veramente tanti, come mosche.
La giornata è iniziata alle 5,30. Alle 6.00 siamo partiti per andare a celebrare la messa al santo sepolcro e precisamente sull'altare latino del Golgota. Divieto assoluto di presentarci con stola e camice all'altare ortodosso sito a due metri. Gli ortodossi potrebbero metterci le mani addosso. Ho presieduto nel luogo in cui Dio in Cristo ci ha mostrato il suo immenso amore.
Terminata la messa delle 7 siamo ritornati a casa per la colazione.
Siano quindi partiti alla volta del luogo detto "Dominus flevit". La strada era tutta in salita. Siamo passati verso l'orto degli ulivi e piano piano siamo saliti. Più volte ci siamo fermati per vedere il panorama e curiosare nel cimitero ebraico. Le tombe che guardano verso la Geenna nelle parte verso l'orto degli ulivi appartiene alle religioni ebraica e cristiana, mentre dal lato opposto, sotto le mura della città vi sono le tombe musulmane. Sono sepolti in quel luogo nell'attesa del giudizio universale.
Siamo arrivati quindi ad un quartiere di Gerusalemme dove si vede lo splendido panorama della città della storia della salvezza. Ovviamente le foto sono state molto abbondanti anche se ad un certo punto, per la calca di pellegrini, abbiamo dovuto farci largo con i gomiti.
Siamo quindi scesi di altitudine per recarci nel luogo dove il Signore ha insegnato agli apostoli il padre nostro. Questo luogo santo è custodito dalle monache carmelitane scalze. Dopo aver recitato il padre nostro nel luogo (secondo la tradizione) dove Gesù lo ha pronunciato per la prima volta, siamo andati alla ricerca della preghiera del Signore nelle nostre lingue.
Dopo aver trovato ciascuno la preghiera nella propria lingua, siamo saliti verso il tempio dell'ascensione. Il luogo è ora completamente gestito dai musulmani. Prima dell'ingresso, alla sinistra vi è una piccola moschea. Il cortile quadrato racchiude un piccolo monumento arricchito da bellissime colonne con capitelli bizantini. Nella cappella vi è un quadrato, piccolino, in pietra. Da lì, secondo la tradizione, il Signore salì verso il cielo. Siamo rimasti oltre 15 minuti chiusi dentro perché il custode doveva andare a pregare.
Usciti dalla cappella dell'ascensione, siamo scesi, ancora una volta, verso l'orto degli ulivi per andare a visitare la tomba di Assalonne. In questo mio terzo viaggio è la prima volta che scendo fino alla base della valle dei Re, dove si vedono bellissimi ruderi di tombe scavate nella roccia!
Dal fondo della valle siamo risaliti costeggiando le mura della città per giungere presso il luogo dove San Pietro ha tradito il Signore, il luogo dove si trovavano le prigioni e la strada romana che da Gerusalemme conduceva verso il Golgota. Un luogo molto suggestivo. Questo luogo si chiama "Galli canto". Lì abbiamo mangiato qualche biscotto e dissetati da tanta acqua. Il cielo sereno ci ha regalato un sole molto forte.
Risaliti verso la porta di Sion ci siamo diretti verso la città vecchia, passando per il "Cardo" dopo aver deciso di dedicare il restante tempo della giornata ad un po' di shopping religioso nei pressi del santo sepolcro. Abbiamo approfittato per acquistare incenso ed olio di puro nardo.
Addentrandoci dentro il suq di Gerusalemme alcune volte ci siamo persi perché non è facile districarsi in mezzo alle bancarelle, i pellegrini e i carretti che trasportano ogni mercanzia.
Terminati gli acquisti siamo giunti alla residenza. Anche questa sera ci siamo accorti che l'iPhone segnalava nel contapassi 13,6 km percorsi dalle 6 del mattino. Ma tutti concordiamo che quella app del cellulare non funziona perché di strada ne abbiamo fatta molto di più!!!
L'8 novembre è stato il primo giorno in cui abbiamo lasciato Gerusalemme per visitare luoghi interessanti. Verso le 9 del mattino, con un taxi, siamo partiti per raggiungere Ein karen (9 km da Gerusalemme nella terra di Giudea) luogo dove è nato San Giovanni Battista e dove è stato pronunciato il Benedicus. Lì si trova, sotto l'altare, il luogo dove nacque il precursore. Ci siamo diretti quindi verso la fonte dove la Madonna, secondo la tradizione, si è abbeverata prima di incontrare Elisabetta. Interessante l'itinerario, tutto in salita, per raggiungere il santuario della visitazione di Maria a Santa Elisabetta. All'interno della piccola chiesa si trovano gli affreschi che dipingono l'incontro tra le due donne e la roccia dove Elisabetta si nascose per difendere il piccolo Giovanni dalla strage degli Innocenti. A destra dell'altare vi è il pozzo della casa di Zaccaria. Egli, sempre secondo la tradizione, custodiva lì una vigna. Nella chiesa superiore siamo entrati brevemente perché un gruppo di pellegrini coreani partecipavano alla santa messa. Notevoli gli affreschi moderni che richiamano quelli del 1400/1500. Alle 12 siamo arrivati in terra palestinese, nella città di Betlemme. Giunti nella chiesa ortodossa della natività l'abbiamo trovata con le impalcature del restauro e con migliaia di pellegrini di ogni nazionalità. Appena entrati abbiamo visto la porta d'ingresso che è notoriamente piccola. Vedendola dall'interno abbiamo visto le arcate bizantine e la successiva riduzione dell'ingresso. Notevole per la ricchezza del lavoro in legno l'antica porta d'ingresso bizantina. Dalle impalcature della navata si intravvedevano alcuni mosaici di volti di angeli appena restaurati. Siano quindi scesi nella grotta della natività per contemplare il luogo dove è nato il figlio di Dio e la greppia dove si trovavano gli animali per riscaldare il figlio di Dio. Risaliti dalla nicchia della nascita, siamo scesi verso le grotte in pietra e lì ci siamo soffermati per ricordare presso la tomba di San Girolamo il suo amore verso la sacra scrittura. Dopo aver pregato siamo risaliti nella basilica della natività dove abbiamo potuto vedere da vicino il Gesù bambino che nella notte di Natale il patriarca adagia nella grotta della nascita. Alle 13,30 siamo giunti al campo dei pastori. Appena arrivati abbiamo visitato la suggestiva cappellina detta "dei pastori" con la sua volta che fa intravvedere il cielo. Siamo quindi scesi verso le grotte dei pastori dove in ognuna è allestito un piccolo e semplice presepe.
Attraversata la zona desertica del "fuoco" e scesi nel deserto di Giuda siamo giunti nel sito archeologico di Qumran. Dopo aver pranzato abbiamo visitato i luoghi dove sono vissuti gli Esseni e le grotte dove casualmente nel 1947 sono stati scoperti dei rotoli della sacra scrittura. Ripartiti da Qumran siamo giunti alla depressione del Mar Morto (-400 mt slm) alle ore 16:10. Alle rive del mare salato abbiamo scattato alcune foto ricordo.
9 novembre 2016
La sveglia di questo quarto giorno in terra santa è stata molto mattiniera. Da porta Damasco in 10 minuti siamo arrivati nella basilica del santo sepolcro per celebrare la messa delle ore 6. Ha presieduto padre Stefano nell'angusta tomba della resurrezione. Abbiamo ammirato la pulizia dei marmi eseguita del restauro in corso. Per tutto il tempo della permanenza in quel luogo tanto importante per la nostra fede abbiamo vissuto una meravigliosa emozione. Alcuni fedeli hanno partecipato nella piccola cappella detta "dell'angelo". Prima di lasciare quel luogo santo abbiamo baciato la lastra di marmo dove il Signore è risorto.
Partiti alle 9 dalla residenza delle suore francescane missionarie di Maria, dette qui a Gerusalemme "suore bianche" ci siamo diretti verso il Monte Carmelo.
Alle 11:30 Siamo giunti al Monte Carmelo, nel luogo in cui il profeta Elia ha vinto la disputa con i profeti di Balam e quindi la fede in Dio ha vinto sull'ateismo che la regina Gezabele aveva imposto al popolo d'Israele. Nel piccolo santuario carmelitano abbiamo potuto vedere, dal balcone laterale della chiesa, un panorama meraviglioso. Peccato la foschia non ci abbia permesso di vedere di più. Ma il caldo si fa sentire, anche se è iniziato il mese di novembre. Qui infatti è la parte più alta del monte Carmelo. Nel belvedere, aiutati nella comprensione da un sacerdote carmelitano, abbiamo viso, alla base del monte, la casa dove scaturisce ancora una sorgente d'acqua emersa grazie all'intercessione del profeta Elia. Nel pavimento della terrazza è dipinta una stella alle cui punte, in ebraico, arabo e inglese, vengono indicate le direzioni delle città d'Israele. La piccola chiesa ha un bel tabernacolo con la scultura in bronzo. Un'altra statua in pietra bianca si trova nel piazzale antistante.
Scesi dal monte Carmelo, ci si è diretti verso la città della Madonna: Nazaret.
Giunti nella città alle 13:30 siamo entrati in chiesa che ha udito l'annuncio dell'angelo, ci siamo soffermati per la preghiera. Abbiamo quindi visitato le altre due chiese ammirando le maioliche e le sculture delle immagini della Vergine Maria. Andando a visitare la chiesa di San Giuseppe, abbiamo potuto considerare quant'era piccolo il paese di Nazaret al tempo dell'annunciazione, guardando con curiosità i ruderi delle poche case che sono presenti sotto l'atrio di destra della basilica dell'annunciazione. Non lontano da lì abbiamo anche noi voluto toccare il ginocchio della scultura di San Giuseppe. Egli con il volto pensieroso sta meditando le parole dell'angelo udite nel sogno e fidarsi di prendere in moglie la vergine Maria, incinta per opera della spirito Santo. Visitando la chiesa di San Giuseppe siamo scesi nella cripta dove abbiamo visto il luogo in cui, secondo la tradizione, è nato lo sposo della vergine Maria. Nei ruderi ritrovati si vede distintamente il pozzo della casa di San Giuseppe che i bizantini avevano utilizzato come fonte battesimale. Usciti dalla basilica dell'annunciazione siamo andati a pranzo in un simpatico e folcloristico ristorante israeliano.
Senza perdere un minuto di tempo, ci siamo recati nella città alta di Nazaret per visitare la fonte dalla quale la vergine Maria attingeva acqua e, secondo una tradizione antica, lì ebbe l'annuncio dell'angelo. Siamo quindi saliti poco avanti per giungere alla chiesa ortodossa dell'annunciazione e, trovandola chiusa a causa di una celebrazione, abbiamo potuto solo guardare le bellissime icone che si trovano nell'atrio della chiesa.
Saliti nel suq di Nazaret siamo giunti nella piccola sinagoga dove Gesù, secondo il Vangelo di San Luca, nella liturgia del sabato annuncia che in lui sono compiute le scritture.
Alle 16:00 ci siamo messi in cammino verso l'ultima tappa della giornata: Cana di Galilea.
Suggestivo e coinvolgente è stata la visita del piccolo santuario delle nozze di Cana in cui Gesù ha tramutato l'acqua in vino. Entrando nella chiesa l'abbiamo trovata affollatissima perché molte coppie di sposi rinnovavano gli impegni del loro matrimonio. Entrando nella porta laterale della chiesa siamo giunti nel piccolo sito archeologico in cui si testimonia che, verosimilmente lì dove ora vi è il santuario, si è compiuto il miracolo. Questa volta non abbiamo acquistato "vino di cana", perché a differenza del miracolo fatto da Gesù, è veramente acqua!
Prima di ritrovare verso la strada di casa, il nostro amico Souhaeil (autista dell'autovettura), ci ha offerto dei dolci tipici degli arabi. Mentre i miei amici hanno degustato con allegria, io dopo aver mangiato una piccolissima parte, mi sono consolato scattando foto.
La giornata di giovedì 10 novembre è iniziata con la colazione alle 7,15. L'appuntamento con il nostro accompagnatore, che è diventato amico, è iniziato alle 8:15. Ci siamo diretti verso le montagne aride della Giudea e siamo giunti nella Giordania per recarci ad Quasar El Yahoud. In quel luogo scorre il fiume Giordano. Lì abbiamo rinnovato le promesse battesimali ed abbiamo ringraziato il Signore per il dono del Battesimo. Attraversate le montagne della Giudea e varcata la frontiera d'ingresso in Israele, con controllo dei passaporti, abbiamo percorso la terra di Galilea e siamo giunti al lago di Tiberiade. Qui abbiamo celebrato la messa ed abbiamo visitato la piccola chiesa del primato che Cristo ha conferito a San Pietro e ci siamo soffermati per pregare per il santo padre Francesco. Siamo quindi scesi verso il lago di Tiberiade. Risaliti ci siamo incamminati verso la chiesa benedettina di Tabca, luogo dove Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci. Abbiamo ricordato il miracolo guardando la roccia che si trova davanti l'altare della piccola chiesa gremita di pellegrini. Abbiamo anche noi toccato la pietra per ricordare quel momento in cui Cristo ha consegnato a Pietro il gravoso impegno di edificare la Chiesa. Abbiamo seguito le spiegazioni di padre Stefano (in lingua inglese) circa i mosaici che si trovano nel presbiterio e nei transetti. Purtroppo non abbiamo potuto visitare il monastero e il chiostro perché sono in restauro.
Erano le 13 quando abbiamo deciso di andare a mangiare il pesce tradizionale del lago di Tiberiade: pesce San Pietro. Questa tradizione racconta che quando i farisei chiesero a Gesù se era lecito pagare il tributo a Cesare, comandò a Pietro di recarsi nel lago e di prendere la moneta per il tributo dalla bocca di un pesce. Disse quindi "date a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio". In ricordo di quell'evento, quel pesce che donò la moneta del tributo ebbe impresso sotto l'occhio una macchia nera. La sua carne è molto buona ma sono molte e pungenti le sue spine.
Dopo aver mangiato nel ristorante "San Pietro", ci siamo diretti a Cafarnao. Abbiamo visitato l'antica sinagoga romana, la casa della suocera di San Pietro e i ruderi della sinagoga in cui Cristo ha compiuto miracoli ed ha annunciato il regno di Dio. Dalla chiesa moderna, costruita dai padri francescani, al centro si è potuta vedere meglio la casa della suocera di San Pietro che fu guarita dal Signore, e subito - dice San Luca - si mise a servirli.
Allontanatici per pochi km, seguendo in auto la costa del lago di Tiberiade, siamo giunti alla chiesa delle Beatitudini. Dopo aver pregato e visitato il luogo suggestivo per la bellezza del colore dei fiori, siamo ripartiti alle 15:15 verso il santuario del monte Tabor. Siamo giunti alla base del monte alle ore 16. Subito è iniziata la trattativa per salire su uno dei pulmini/taxi per arrivare nel bel santuario del monte Tabor dove Gesù si è trasfigurato. Dopo una simpatica giravolta di curve in salita nella strada stretta, siamo giunti al santuario. Ci siamo soffermati circa 45 minuti andando a pregare nella cappella inferiore dove è custodita la pietra sulla quale Gesù si è trasfigurato. La giornata termina così con molta allegria e soddisfazione per aver percorso tanti km e aver considerato quanta strada ha percorso il Signore per portare nel mondo il messaggio di salvezza.
Simpatica sorpresa lungo la strada di ritorno! Il nostro amico Souhaeil ci ha ospitato nella sua casa a Jfna e ci ha presentato la sua giovane moglie, la mamma e il fratello, e quest'ultimo si è prestato ad accompagnarci a Gerusalemme. Egli, appena saliti in macchina, ci ha condotto a vedere una piccola cappellina a Jfna (Palestina), con l'immagine della Madonna. Quell'edicola, ci ha informato, è stata costruita per ricordare che la Madonna si è fermata in quel luogo mentre si recava da Nazaret a Gerusalemme con San Giuseppe e il Bambino Gesù.
La giornata di venerdì 11 novembre, festa di San Martino, ha ripreso il pellegrinaggio nella città di Gerusalemme alle 8:15.
Nel nostro itinerario, attraversando la Porta Damasco, siamo saliti verso la via dolorosa per giungere nel territorio francese della Chiesa di Sant'Anna e la Piscina Probatica. Il complesso è curato dai padri Bianchi. Abbiamo visto l'antica chiesa, dove si alternavano cori di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Abbiamo dedicato una particolare attenzione alla bellissima statua di marmo bianco della statua di Sant'Anna situata a sinistra all'ingresso della chiesa. Particolare attenzione è stata dedicata alle rovine delle antiche cisterne e ai ruderi del santuario bizantino. Siamo quindi discesi verso la via dolorosa e ci siamo soffermati a visitare il Litostratos, luogo dove Gesù è stato condannato da Pilato, e abbiamo potuto vedere la strada romana che Gesù ha percorso per recarsi da Caifa. Al termine della visita ci siamo diretti per dare un saluto alle suore Pie Discepole del Divin Maestro che animano l'adorazione eucaristica nella chiesa armena cattolica che custodisce la IV stazione della via crucis. Salutata suor Cecilia ci siamo diretti verso la via Roma "Cardo" per entrare nel quartiere ebraico vicino al Muro del Pianto dove abbiamo pranzato in un tipico ristorante nel cuore della città ebraica.
Attraversate le anguste viuzze affollate di pellegrini e di negozi della città vecchia di Gerusalemme, ci siamo recati nella chiesa della condanna di Gesù per partecipare alle ore 15 alla via crucis nelle vie della città, facendo lo stesso itinerario percorso da Gesù per giungere al calvario.
Ci siamo ritrovati nella via antistante la chiesa della condanna. Alle 15, guidata da molti religiosi francescani, è iniziata la suggestiva e particolare via crucis perché si percorre tutto l'itinerario, nelle cappelle delle piccole vie, tra gente che va e che viene, musulmani indifferenti, ortodossi che celebrano i loro riti, automezzi d'ogni tipo. La processione va a passo svelto perché si può entrare in basilica e salire al Golgota nel tempo stabilito dal concordato tra ortodossi e cattolici. La processione dopo essersi fermata nei tra altari del Golgota, si è conclusa davanti alla tomba della risurrezione.
La caratteristica preghiera che alle ore 16:00 di ogni giorno da secoli i francescano celebrano nella Basilica del Santo Sepolcro rievoca le processioni liturgiche dell'antica Chiesa di Gerusalemme di cui parla la pellegrina Egeria (IV secolo). Le singole soste sono momenti di meditazione su particolari episodi della Passione del Signore.
Anche noi, con le candele accese, in devota preghiera abbiamo compiuto questo santo pellegrinaggio all'interno del Santo Sepolcro.
Mentre noi cattolici pregavamo nell'itinerario della passione di Cristo, gli ortodossi e gli armeni cantavano ad alta voce e celebravano anche loro il ricordo della passione del Signore. I pellegrini erano moltissimi. Sembra un principio assurdo: la preghiera divide i Cristiani!
Abbiamo percepito l'urgenza d'intensificare la necessità di pregare per l'unità dei Cristiani.
Suor Regina, avendo ottenuto il permesso dai superiori dei francescani, è rimasta nel santo sepolcro per vegliare e pregare tutta la notte.
Alle 17:00 abbiamo concelebrato in una cappella privata dei Francescani con un gruppo francese.
La giornata si è conclusa con la cena delle ore 19:00.
La mattina dell'ultimo giorno, sabato 12 novembre, è iniziata con la partecipazione alla messa cantata davanti al santo sepolcro. Come è tradizione, la messa era della resurrezione. La liturgia era in lingua inglese ed animata da padri francescani con canti gregoriani. Padre Stefano ha letto la prima lettura.
Alle 8,40, dopo aver salutato suor Regina che si recherà presso un istituto di suore a Gerusalemme e suor Erminia responsabile della casa di accoglienza, siamo partiti.
Il nostro amico autista, giunto con la moglie, ci ha gentilmente raggiunti per accompagnarci all'aeroporto di Tel Aviv ed ha proposto di visitare le località di Emmaus e Latroun che si trovano lungo la strada.
Giunti ad Emmaus abbiamo potuto visitare l'antica chiesa romana dove il Signore apparve ai discepoli. Le rovine della basilica e del monastero roteano la sontuosità del passato. Quel che rimane di Emmaus sono le rovine della città distrutta nel 30 d.C. dai romani. La città di Emmaus, dopo la distruzione, divenne un piccolo villaggio e il fu luogo dell'incontro di Gesù con i discepoli. Nel III secolo d.C. Il villaggio venne restaurato dai Romani e vi apparve un'importante comunità cristiana. Abbiamo visitato il sito e, davanti all'altare dove nello spezzare il pane riconobbero il Signore, abbiamo pregato leggendo il brano evangelico di San Luca (24, 13-35).
Siamo quindi partiti verso l'oasi di pace dell'abbazia benedettina di Latroun. Abbiamo visitato la chiesa maestosa e silenziosa dove molti pellegrini hanno la possibilità di sostare in pregare!
Alle 10:30 siamo partiti verso l'aeroporto "Bengurion" di Tel Aviv.
Partenza aereo 14,45.
P. Bruno Silvestrini
Parroco Sant'Anna
Città del Vaticano