Centrale la figura di Gesù Buon Pastore, proiezione figurativa della luce.
Un clima di amicizia e fraternità ecclesiale, quello che mi ha travolto nell’incontro con la comunità di Sant’Anna. Una comunità particolare sia per il luogo in cui si trova sia per le attività che si svolgono al suo interno, che riesce a trasmettere un clima di conviviale famiglia cristiana insieme al tipico carisma agostiniano.
Ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con questa realtà grazie alla mia personale realizzazione del Cero Pasquale, motivo principale del mio viaggio.
La permeante vita comunitaria mi è stata di aiuto nelle varie fasi della decorazione del cero: doratura, disegno, pittura inframmezzate da visite ad opere d’arte, partecipazioni a celebrazioni e adorazioni eucaristiche che, inoltre, sono state fonte di notevole ispirazione per il mio lavoro.
Nella realizzazione del cero pasquale ho scelto come figura quella di Gesù buon pastore, nella speciale iconografia che pone sulle spalle di Gesù non una pecorella, ma un uomo. Scelta che nell’Anno della Misericordia ritengo fondamentale perché in questo modo anche un semplice cero: proiezione figurativa della luce della resurrezione nella notte dell’uomo, possa divenire simbolo e testimonianza dell’amore di Dio e della sua immensa misericordia. Tra le varie difficoltà incontrate nella realizzazione del dipinto vi è stata quella di riuscire a dare tridimensionalità all’immagine, proprio perché un’immagine tridimensionale è più vicina alla nostra epoca e quindi comunica di più con chi anche solo di passaggio si ferma ad osservare il cero, rende più facile l’immedesimazione! La croce poi, simbolo canonico del Cero Pasquale è impreziosita da alcune gemme proprio per indicare la preziosità della morte di Cristo per la salvezza dell’uomo. La contemplazione delle immagini rappresentate vuole far muove qualcosa dentro il cuore di chi le osserva, risvegliare i cuori. Come ogni sacra rappresentazione anche quelle del cero pasquale ha come obiettivo di aiutarci ad intraprendere la ricerca della Verità che è Cristo risorto.
Le immagini rappresentate vogliono assumere un ruolo educativo/meditativo: il fedele che nella Notte Santa osserva il cero pasquale oltre a vederne la lucentezza della foglia d’oro, la simmetria della croce gemmata si trova davanti il mistero della misericordia di Dio.
Cristo nella sua bontà sacrifica per la redenzione dell’umanità come il pastore per il suo gregge. Quest’immagine che il Giubileo Straordinario della Misericordia ha riportato alla luce porta ogni fedele, ogni passante a immedesimarsi in quell’uomo che Gesù ha sulle spalle.
Faustino Rizzo