Incontro in occasione dei "Mercoledì Culturali".
Il libro di Sua Eccellenza Mons. Francesco Gioia affronta il concetto chiave del “Tempo”, termine che, non a caso, ha la stessa radice etimologica di “Tempio”, quasi a significare che il Tempo, dimensione cardine, è il “Tempio”, dove si svolge la nostra esistenza, è il topos, il luogo sacro del nostro vivere.
Egli ne analizza le varie tipologie:
-il Tempo ciclico: il tempo dell’eterno ritorno all’uguale, dal principio alla fine, guidato dal fato, nella regolarità di un ciclo uniforme, irreversibile, che si ripete secondo necessità, come le fasi della vita, delle stagioni, delle situazioni storiche.
Cita Polibio, che descrive la ciclicità della storia nell’alternanza di forme di governo, 3 negative: tirannia, oligarchia, oclocrazia (governo della plebe); 3 positive: monarchia, aristocrazia, democrazia.
-Il Tempo lineare: il tempo a senso unico, rettilineo e progressivo, senza ritorno, dalla creazione alla fine del mondo, verso una direzione e un fine provvidenziale, voluto da Dio.
S.Agostino: a sostegno della linearità del tempo, lo definisce come una successione di stati psichici, che però si giocano tutti in un “Triplice Presente”, dove si vive: la memoria del passato, l’attenzione del presente, l’anticipazione del futuro, successione che parte dalla creazione del mondo alla fine, con modalità irripetibile e unica, grazie alla Provvidenza di Dio.
-Il Tempo a spirale: il tempo che segue determinate fasi, che però si differenziano dalle cicliche, perché conducono verso un progresso, in quanto l’uomo è artefice del suo avvenire.
Hegel ritiene che la realtà diviene e si sviluppa, secondo un processo dialettico di tesi (essere), antitesi (non essere, o essere altro), sintesi (unità e superamento degli opposti).
A tal proposito, io aggiungerei il Tempo sinusoidale: perché la Storia è come un’onda che, a periodi di avvallamento e di crisi, fa seguire sempre periodi di risalita e di rinascita.(v. dalla barbarie medioevale alla nascita dei Comuni), concezione che richiama quella dei Corsi e Ricorsi storici di Gian Battista Vico.
L’Autore distingue poi:
.il Tempo cronologico: il tempo oggettivo, materiale, misurabile, scandito dall’orologio, dalle stagioni.
.Il Tempo psicologico: il tempo soggettivo, colto dalla interiorità dell’uomo, che rivive il passato con il ricordo, vive il presente con la partecipazione e il futuro con l’attesa, con paura o speranza.
Shakespeare dice: “con alcuni il tempo procede al passo, con altri va al trotto, con altri ancora al galoppo”.
.Il Tempo opportuno: il tempo propizio, il momento giusto per una buona occasione, per qualcosa di speciale; il tempo della grazia, in cui il Regno di Dio è vicino, in cui si verificano cose belle.
S.Paolo invita i fedeli ad essere consapevoli del tempo favorevole ad essere saggi, “facendone buon uso e cogliendo ogni occasione propizia”.
L’Autore procede, quindi, con l’esame delle varie concezioni e percezioni del tempo. Quanto al
-Presente: Orazio: “Occorre accettare con rassegnazione tutto ciò che gli dei hanno stabilito; solo così si potrà raggiungere una serenità stabile, anche se fatta di rinunce, che va oltre il godimento momentaneo. Il suo “carpe diem” è un invito a non sciupare la breve vita, ma a viverla intensamente fino in fondo, perché a differenza della natura e della ciclicità delle stagioni, il tempo dell’uomo è lineare, va solo in avanti. Carducci, infatti, nel suo Pianto antico, ricordo io che dice: “L’albero a cui tendevi la pargoletta mano,/ il verde melograno dai bei vermigli fior/ rinverdì tutto or ora/ e giugno lo ristora di luce e di calor. // Tu sei nella terra fredda, sei nella terra negra,/ né il sol più ti rallegra, né ti risveglia, amor!”.
Cioè mentre la natura si rinnova, l’essere umano dopo la morte non torna più in vita.
Lorenzo il Magnifico: “Chi vuol esser lieto sia: / del diman non v’è certezza”, invita al godimento dell’attimo e della giovinezza.
Schopenhauer: “solo nel presente è contenuta la nostra esistenza. Dobbiamo rammentarci che l’oggi viene una volta solo e non ritorna mai più.
Quasimodo: “Ognuno sta solo sul cuore della terra / trafitto da un raggio di sole. / Ed è subito sera”. Ognuno, pur essendo solo su questa terra nelle difficoltà e nelle prove, raggiunge un apice di realizzazione e di felicità, ma subito si avvicina la fine. Occorre, quindi, saper apprezzare e sfruttare il “raggio di sole”.
-Passato: Goethe: il passato ha dato forma al nostro essere sia positivo, che negativo. Ma occorre
tendere oltre, verso l’alto, verso nuove mete. Solo nella lotta per progredire l’uomo trova la salvezza.
Bergson: “Noi siamo il nostro passato. Il nostro carattere, le nostre disposizioni, le nostre tendenze congenite sono la sintesi della storia da noi vissuta.” Ognuno, pertanto, è frutto dei condizionamenti ambientali: storici, geografici, familiari, culturali, sociali. Ognuno è figlio del suo tempo e della sua terra.
Affermazione che sta alla base della Psicologia Cognitivo-Comportamentale, la quale, però, aggiunge che così come siamo stati condizionati, in ugual modo possiamo lavorare per decondizionarci. E’ solo la consapevolezza e la determinazione che ci salva.
Confucio: “Studia il passato, se vuoi prevedere il futuro”.
L’Autore Gioia dice: nel passato è nascosto il senso del nostro presente e del nostro futuro, come nel seme è racchiuso l’albero. Vivere è procedere verso nuovi orizzonti, come un fiume che va verso il mare. Vivere è trasformarsi, altrimenti si diventa mummie.
-Futuro: 4 diversi approcci: 1) tentare di carpirne i segreti, per dominarlo, come fanno maghi, indovini, fattucchieri, 2) anticiparlo, rincorrendolo affannosamente, per poi lasciarsi sfuggire il presente (Ovidio: “Agisci subito, non rimandare alle prossime ore. Domani sarà più difficile di oggi”, 3) attenderlo con fiducia, ma passivamente (Shakespeare consiglia fortezza e concretezza), 4) viverlo attivamente con speranza, preparando le condizioni positive e progettando l’avvenire concretamente, arando, seminando, con cura, pazienza e amore.
L’Autore focalizza gli Aspetti Negativi: Il tempo corrode tutto. Virgilio: il tempo porta via affetti, salute, autonomia, energia, stima di sé, memoria. Pthotep, visir egiziano: “La vecchiaia porta debolezza, occhi offuscati, orecchie sorde, cuore stanco, ossa fragili, decadimento fisico e psicologico”.
Ma Seneca dice che : “Il problema della vecchiaia sta nel come la si vive e la si raggiunge”.
Anche lo stoico greco Epitteto dice: “Non le cose della terra producono angoscia agli uomini, ma il loro modo di vederle e di viverle”. Tutto dipende dalla nostra interpretazione e dal nostro approccio alla vita.
Aspetti Positivi:Il tempo regala: Esperienza molteplice, maturità, sapienza, saggezza, rispetto per il prestigio conquistato. Bella è la vita perché l’Uomo, che è un animale razionale, affettivo e socievole (Aristotele), è dotato di mente e cuore, e può creare figli e opere d’arte, e pervenire a invenzioni e scoperte scientifiche, può tutto trasformare. La sua grandezza e dignità sta nel suo Pensiero, nella sua Ragione e Volontà, nel suo Sentimento e Amore.
Il messaggio, dunque, che questo libro ci dà è che per vivere bene il tempo che ci è concesso, occorrono i seguenti requisiti: fede, accettazione, rassegnazione, sopportazione, consapevolezza, assennatezza, equilibrio, onestà, lungimiranza e speranza.
Si tratta, pertanto, di un libro appassionante e prezioso, non solo per la profondità e saggezza dei suoi insegnamenti, ma anche per la sua straordinaria ricchezza culturale, sia per l’analisi dell’origine etimologica di certe parole, come Nostalgia: dolore del ritorno; Ricordo: riportare al cuore; Tramandare: consegnare, trasmettere; Esistere: emergere fuori da…, sia per le infinite citazioni di storici, scrittori, filosofi, che implicano una incredibile ricerca e una consolidata formazione umanistica. Qui la “Cultura” non è fittizia esibizione ornamentale, ma substrato portante, pregnante e imprescindibile del pensare e del vivere.
Federico Cesi, il fondatore dell’Accademia dei Lincei, invita allo studio dei grandi, che ci hanno preceduti, che “con voce viva ci insegnino e ci comunichino l’altrui contemplazioni e fatiche”, per poi giungere ad una produzione propria, “a far qualcosa da noi”, qualcosa di creativo e autonomo.
Ugo Foscolo ne “I sepolcri” difende il culto dei morti e sostiene che i grandi ingegni sono di insegnamento ai posteri. L’esempio dei nobili spiriti può essere d’incitamento ad operare altamente, a compiere grandi imprese, ad affermare alti ideali. “A egregie cose il forte animo accende / l’urna dei forti.” I grandi ingegni, infatti, sono l’ossatura della Storia, sono l’essenza della “Cultura” (dal Latino”Còlere: “Coltivare”), intesa come strumento di Coltivazione e di Crescita dell’Uomo.
Mons. Gioia, però, è attento anche alla voce del popolo, di cui riporta ben 900 proverbi, tra cui ce n’è uno che mi ripeteva sempre mia Nonna: “Le ore del mattino hanno l’oro in bocca”. Il risveglio, infatti, ad un nuovo giorno coincide col massimo di progettualità e dinamismo. E questo mi fa pensare che forse noi apparteniamo ad una generazione di Allodole, che si alzavano presto al mattino e andavano a letto presto la sera. Ora invece c’è una generazione di Gufi, che va a letto tardi la sera e si alza tardi al mattino. E questa alterazione del ritmo biologico potrebbe essere una causa di inconcludenza. Altri proverbi, infatti, dicono: “Non rinviare a dopo ciò che puoi fare subito”. Nella vita, quindi, bisogna portarsi avanti. E il fatto che Mons. Gioia citi questi infiniti proverbi popolari ci insegna ad aprirci a 360 gradi al mondo, per coglierne i segnali luminosi, da qualsiasi faro essi vengano, per orientare correttamente la rotta della nostra difficile, ma affascinante navigazione.
PROF. LUISA GORLANI
Psicologa, Scrittrice, già Docente di Lettere Classiche, Premiata come “Insegnante d’Italia”