Nella Parrocchia di Sant'Anna una porta aperta nel presepe per il Giubileo.
Una porta aperta, nel mezzo di un paesaggio semidesertico, dove alle semplici abitazioni si alternano una scarna vegetazione e un via vai di persone intente nelle loro faccende quotidiane. Tutto è avvolto dal silenzio, che diventa così il vero protagonista di questo presepe, allestito nella Pontificia Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano.
La sacra famiglia riposa protetta in un antro, collocato vicino a quella porta che vorrebbe rappresentare tutte le porte del giubileo della misericordia indetto da Papa Francesco. L’attenzione dell’osservatore viene così catturata contemporaneamente dalla scena della natività e da quel recinto aperto, che sembra richiamare l’atrio di una cattedrale che ospita i pellegrini in attesa di varcarne la porta santa. L’invito è rivolto a chiunque si ponga davanti ad ammirare il presepe, come spiega il parroco, l’agostiniano Bruno Silvestrini: «Siamo chiamati a percorrere questo spazio come fa il gregge verso il buon pastore venuto tra gli uomini».
L’insieme scenografico vuole evocare una dimensione di profonda serenità e di raccoglimento. Vuole essere un invito a lasciare per un attimo le preoccupazioni e le cronache tristi dell’attualità. Un suggestivo effetto di luci e di prospettiva, al quale fa da sfondo l’acqua del lago di Tiberiade, un sicuro approdo per gli occhi del fedele.
«La peculiarità di questo presepe — racconta ancora il parroco — risiede non tanto nella forza evocativa di ogni singola rappresentazione, quanto nello stupore che è in grado di offrire da ogni punto di osservazione». Si viene colpiti dalla cura minuziosa dei singoli dettagli, realizzati dai presepisti marchigiani Mariano Piampiani, Sandro Brillarelli e Alberto Taborro di Tolentino, che hanno utilizzato per lo più materiali a basso costo, assemblati e disposti in modo da far rivivere l’atmosfera della capanna di Betlemme.
L’ambientazione della natività realizzata quest’anno a Sant’Anna riproduce gli scenari del deserto della Tunisia, con l’aggiunta di elementi di grande impatto e significato come la torre di Sion, il lago di Tiberiade e la cascata di un’oasi. Al di sopra della natività un angelo annunzia con parole significative il messaggio di salvezza: «Gesù è il volto della misericordia del Padre».
Al visitatore che, allontanandosi dal presepe, torna alle sue vicende quotidiane, risuonano i versetti del libro della Sapienza: «Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la tua Parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, scese sulla terra».
da "L'Osservatore Romano"