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Informazioni e aggiornamenti dalla Parrocchia e dalla Chiesa

Concerto della Corale di Sant'Anna.

Canti natalizi nella solennità dell'Epifania.

Città del Vaticano
, 06/01/2016

Il giorno 6 Gennaio nella Pontificia Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, la corale della Parrocchia, diretta dal Maestro Don Gaetano Civitillo e presieduta dalla Sig.ra Ada Tobia,  ha curato l’animazione liturgica dei canti nella Solennità dell’Epifania e  a seguire ha fatto dono alla comunità di alcune arie tipiche e celebri del Natale. Il parroco, reverendissimo P. Bruno Silvestrini OSA, ha ringraziato i responsabili e  i numerosi componenti della corale per l’impegno costante ed ha introdotto la serata leggendo una favola tratta dal libro “Buoni non solo a Natale” di Sua Ecc.za Monsignor Francesco Gioia, qui di seguito riportata.

“L’angelo Gabriele affidò il compito ad un piccione di annunziare a tutti gli animali la nascita del Salvatore. Si riservò di avvisare personalmente il bue che viveva tranquillo in una grotta di Betlemme insieme ai pipistrelli e ai topi, e lo incaricò di fare gli onori di casa agli ospiti che stavano per arrivare.
Il bue rimase sbalordito. Capì solo vagamente che stava per succedere qualcosa di straordinario, anche perché in quella giornata tutto gli era sembrato più bello del solito: la neve più bianca, il sole più caldo, l’aria più profumata, il tramonto più rosso, pure il padrone era stato stranamente meno esigente. Ora, le prime stelle gli apparivano più lucenti e la luna sorridente più che mai.
In quella notte vi era poi un insolito silenzio d’attesa: il lupo non ululava, la civetta non coccoveggiava, il gufo non bubolava e i pipistrelli non stridivano. Non riusciva ad immaginare chi mai si sarebbe rifugiato in quella grotta sperduta, così fredda. Nonostante che non avesse ancora mangiato e che fosse molto stanco per aver arato duramente tutta la giornata, si mise subito all’opera. Con la coda spazzò ogni angolo della stalla. Dal prato antistante strappò dei fiori per colorare e profumare l’ambiente. Rastrellò pure alcuni rami secchi per il fuoco.
Arrivò l’asinello con Maria e Giuseppe, visibilmente molto affaticati. Giuseppe gli disse che venivano da molto lontano, da Nazareth, avevano percorso ben 130 chilometri, e che a Betlemme nessuno li aveva ospitati. Il bue si rattristò e uscì dalla grotta per rispetto degli ospiti.
Capì che era nato un bambino speciale solo quando una luce misteriosa illuminò la grotta ed udì un canto, che non aveva sentito neppure dagli usignoli. Guardò stupito a causa degli Angeli che volteggiavano festanti nella stalla.
Decise subito di non mangiare la sua magra razione di fieno, affinché Maria potesse utilizzarla come culla per il suo Bambino. La Madre gli sorrise con gli occhi, Giuseppe gli accarezzò la fronte e il Bambino gli tese la manina.
Si sentì impacciato per essere così grosso, nonostante la sua mole avesse suscitato l’invidia di una rana che, per raggiungere le sue dimensioni, si gonfiò così tanto da scoppiare (Fedro I, 24). Si distese garbatamente accanto all’asinello e col suo fiato riscaldò il Bambino. Nella sua vita non aveva mai provato tanta felicità!”