Con la cresima quindici ragazzi della parrocchia di Sant’Anna in Vaticano sono entrati a far parte dell’«account della Chiesa cattolica», in quella grande «rete mondiale», cattolica appunto, che ha più amici di qualunque pagina facebook. E che, anzitutto, può contare sull’amico più grande che é Gesù. Con il linguaggio proprio dei giovani l’arcivescovo Georg Ganswein si è rivolto direttamente ai cresimandi nella celebrazione di domenica 31 maggio, durante la quale ha amministrato il sacramento della confermazione. Ed è stato il parroco, l’agostiniano Bruno Silvestrini, a presentare al Prefetto della Casa pontificia «i ragazzi che si sono preparati per due anni».
«Oggi ricevete il sacramento della cresima con cui sarà rinnovata la vostra amicizia con Dio iniziata con il vostro battesimo, anzi sarà suggellata, confermata tramite la croce sulla fronte» ha spiegato l’arcivescovo celebrante. E proprio “amicizia” è la parola chiave per comprendere il valore della giornata. «Conoscere l’altro, sapere chi l’altro è; veramente è una delle più importanti caratteristiche dell’amicizia» ha spiegato. E in un rapporto di amicizia «ci si può fidare dell’altro totalmente». Per questo «gli amici condividono tutto: segreti, sentimenti, pensieri». E se è vero che, tramite facebook, «possiamo guadagnare molti amici, possiamo comunicare e condividere la nostra vita con tante persone», è altrettanto chiaro che questo «moderno strumento di comunicazione» ha un grande svantaggio: infatti «parlare face to face con i pochi amici veri è possibile solo nel contatto personale».
«Anche Dio — ha fatto notare monsignor Ganswein — si è comunicato a noi tramite Gesù di Nazareth. Egli ci ha comunicato il suo segreto: essere un Dio trinitario, che è in se amore, amicizia». Cosi di «Gesù Cristo ci possiamo fidare totalmente, possiamo comunicargli tutto; a Lui possiamo aprirci totalmente anzitutto nella preghiera». Si, «possiamo dire tutto, affidargli tutto: sofferenze, desideri, problemi, angosce ma anche vittorie, gioie, successi». Consapevoli che «amicizia significa che all’amico posso comunicare tutto». Amicizia, infatti, «vuol dire fedeltà, fiducia». E per questo «Dio, nella Bibbia, viene spesso chiamato “roccia”» proprio «come simbolo di affidabilità e attendibilità: alla roccia mi posso reggere, la roccia mi tiene; mi posso fidare che non si rompe, non rompe cioè l’amicizia: Dio è sempre fedele».
«Durante la cresima — ha detto ancora l’arcivescovo ai ragazzi — direte il vostro “amen”, parola ebraica che significa: si credo, mi fido del mio Dio; mi fido che Egli mi ama, mi accompagna, che sarà sempre con me». Del resto «gli amici fedeli si aiutano vicendevolmente sempre, in tutte le circostanze» e dunque «Gesù è per sempre accanto a noi». E cosi «l’augurio più grande» è quello «di approfondire questa amicizia con Dio, e con tante persone, per diventare felici».
Ai genitori, infine, l’arcivescovo Ganswein ha raccomandato di restare accanto ai ragazzi aiutandoli «con il colloquio» e con «il buon esempio nella vita quotidiana come cristiani». E ai padrini ha chiesto di dire nel proprio cuore, al momento di mettere la mano sulla spalla destra del cresimando, «tu sei e rimani il mio amico, puoi fidarti di me, ti aiuto e sono al tuo fianco».
(osservatore romano 3 giugno 2015)