Dal 1° maggio 1904 agli orionini fu affidata la cura della chiesa di Sant’Anna in Vaticano, dove San Luigi Orione stesso aveva più volte vissuto per brevi periodi.
Martedì 19 maggio alle 13, in occasione del settantacinquesimo anniversario della presenza degli orionini in Vaticano, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha celebrato una messa nella chiesa di Sant’Anna. Hanno concelebrato il Card. Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato, e i vescovi: S. Ecc. Mons. Fernando Vergez, Segretario del Governatorato, S. Ecc. Mons. Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, S. Ecc. Mons. Giovanni d’Ercole Vescovo di Ascoli Piceno e S. Ecc. Mons. Renato Boccardo, Vescovo di Spoleto-Norcia.
L’anniversario coincide con quello della morte del fondatore della congregazione dei Figli della divina provvidenza, più noti con il nome di orionini.
Riportiamo l’articolo dell’Osservatore del 18-19 maggio 2015.
Il 31 gennaio 1940, alla vigilia della sua morte (12 marzo 1940), don Orione in una “buona notte” data ai suoi figli nella cappella del Paterno in Tortona, diceva: «Oggi don Sterpi e' andato a Roma a presentare in Vaticano i vostri cinque fratelli che domani prenderanno possesso del loro ufficio. Ci troviamo alla vigilia di uno di quegli avvenimenti che ci devono legare sempre più nel servizio e nella dedizione totale di noi stessi alla santa Chiesa e al suo capo visibile, il Papa. Certo e'stato un grande conforto per me! Quando l’ho saputo, ho detto tra me: ecco ora posso dire il Nunc dimittis, perche' è venuto il giorno in cui i Figli della Divina Provvidenza sono chiamati a prestare un atto di immensa fedeltà, di amore, di servizio, di attaccamento al vicario di Cristo». Prestare un atto di fedeltaL8;, di amore, di attaccamento al vicario di Cristo, ecco la prospettiva con cui don Orione accettoL8; il servizio in Vaticano per i suoi figli.
Per capire meglio i sentimenti di gioia e di “conforto” di don Orione eL8; necessario ricordare che ai suoi sacerdoti era stata affidata, dal 1° maggio 1904, la cura della chiesa di Sant’Anna in Vaticano, dove don Orione stesso aveva più volte vissuto per brevi periodi, e dove, tra l’altro, erano stati alloggiati come prima sosta, anche orfani del terremoto della Marsica, del quale occorre quest’anno il centenario. Con i Patti lateranensi del 1929 Sant’Anna diventava parrocchia ed era affidata ai padri agostiniani, che da secoli erano “parroci” del Vaticano. Agli orionini fu data un’altra chiesa, San Giacomo a piazza Scossacavalli, antistante piazza San Pietro. Purtroppo questa chiesa fu demolita, insieme ad altri edifici, nel 1936, per fare posto alla nuova, ampia via della Conciliazione. Per don Orione, quindi, l’offerta del servizio al Centralino vaticano era una vera benedizione celeste, e aggiungeva: «Chi sta al centralino sa tutto quello che passa fuori e dentro, sa tutto quello che viene detto in Vaticano. EL8; un ufficio delicatissimo, delicatissimo! Io non so come si sia pensato ai poveri Figli della Divina Provvidenza. Io penso che non sia stata estranea l’opera del Signore, che il Signore abbia voluto dare a me e a voi questo segno di fiducia del Papa».
Dal cielo, don Orione, si sarà rallegrato dell’apprezzamento manifestato dai vari Papi sul lavoro svolto dai suoi religiosi all’ombra del cupolone. Cosi, ad esempio, si esprimeva Pio XII il 16 gennaio 1957, nell’Aula delle Benedizioni, rivolto ai religiosi orionini addetti ai telefoni e alle poste: «Vada a voi la nostra benedizione specialissima e sia segno dei sentimenti di riconoscenza che abbiamo verso di voi che attendete a servizi cosi importanti, cosi delicati, con tanta fedeltà, con tanta assiduità, con tanto fervore. Vi benedica dunque il Signore come Noi vi benediciamo; e benediciamo anche tutta la vostra benemerita congregazione».
Settantacinque anni di presenza in Vaticano. E' doveroso richiamare alcuni nomi, dati e avvenimenti significativi di tale periodo.
Il 1° febbraio 1940 i primi cinque religiosi (Felice Bortignon, Giuseppe Contoli, Giovanni Dalla Libera, Raf- faele Mattei, Francesco Scarsoglio), scelti da don Orione, furono presentati da don Sterpi in Vaticano: erano tutti chierici studenti di teologia. Il loro posto di lavoro fu il Centralino telefonico vaticano: furono i primi telefonisti del Vaticano. Si erano “addestrati” al lavoro quasi di nascosto, recandosi, la sera, presso il centralino telefonico di Tortona.
Sei mesi dopo l’arrivo dei religiosi, il 24 ottobre 1940, il Governatorato della Citta' del Vaticano, organo preposto ai servizi del piccolo Stato, offre alla congregazione di don Orione la “sovraintendenza “ delle poste e dei telegrafi. Don Sterpi presenta a capo di questo nuovo servizio il sacerdote don Adriano Calegari, il quale riceve il suo incarico con la qualifica di ispettore.
Tutti i religiosi, i primi anni, dal 1940 al 1943, hanno la propria residenza fuori del Vaticano, presso la casa orionina di via delle Sette Sale in Roma. Solo nel 1943, a motivo del coprifuoco di guerra, essi vengono ospitati nella Citta del Vaticano, dapprima in alcune stanze della casa degli agostiniani presso la chiesa di Sant’Anna, poi, dal 1963 a oggi, nel Palazzo del Belvedere.
Il 15 aprile 1946 il visitatore apostolico dell’Opera Don Orione, l’abate Emanuele Caronti, presenta il nuovo ispettore delle poste, telegrafi e telefoni, don Dionisio Di Clemente, abruzzese, il quale svolgerà la sua opera illuminata fino al 1972. Di Clemente non era del tutto nuovo al servizio del Papa. Infatti, dal 1942 era stato assegnato all’ufficio dei prigionieri di guerra, istituito da Pio XII. L’ufficio, scriveva il sacerdote, «era diretto da un “gendarme” uomo di grande fiducia del cardinale Canali».
A lui subentro' don Angelo Cordischi, che diresse le poste e i telegrafi per 25 anni, fino al 1997. A Cordischi successe per dieci anni don Giorgio Murtas, seguito dall’attuale responsabile, don Attilio Riva.
Lunga e varia e stata la schiera dei religiosi avvicendatisi nei servizi telefonico, telegrafico e postale. Dopo i primi chierici studenti e i sacerdoti, all’inizio di giugno 1942 arriva al centralino telefonico anche il primo religioso laico, il fratello Giai Baudissard Francesco. Egli e rimasto ininterrottamente in Vaticano fino alla morte, sempre impegnato in un servizio intelligente, prezioso e fedele. Per un lungo periodo ricopri' anche l’incarico di capo del servizio postale. Mori' praticamente “sul lavoro” il 22 novembre 2006. Aveva 82 anni e servito la Santa Sede per 64 anni. Nel suo necrologio si legge anche del suo lungo esercizio della «carita' nascosta verso i “senza fissa dimora” che trovavano riparo sotto il colonnato del Bernini in piazza San Pietro, ai quali fratel Giai recava cibo e bevande, oltre a qualche parola di conforto».
Nel 1971 i religiosi, anche per accresciute esigenze di lavoro, lasciano il centralino telefonico, dove subentrano le pie discepole del Divin Maestro, del beato Giacomo Alberione, per occuparsi esclusivamente della direzione delle poste e del telegrafo. In tale servizio essi svolgono tuttora la loro opera, in fedeltà al carisma del fondatore.
Negli ultimi anni la comunità dei religiosi e divenuta piu' diversificata per provenienza e incombenze. Anche il numero e diminuito. Questa presenza vuole comunque essere sempre un segno concreto che la congregazione e vuole rimanere, fedele al suo carisma di fondazione, proprio come don Orione stesso ebbe a dichiarare in occasione dell’invio dei suoi primi cinque religiosi in Vaticano: «Il fatto che lo sguardo del Papa si sia fermato su di noi deve confortarci, deve dare a noi la sensazione, la prova, direi tangibile, che la Congregazione a cui siete stati chiamati, e' sulla buona strada». (angelo cordischi e giuseppe vallauri)