“Nessuno può dire di essere cristiano; ma tutti possiamo dire che stiamo diventando cristiani”. Così anche il Vescovo!
La sera del 6 gennaio, Epifania del Signore, l’Arcivescovo Monsignor Oscar Rizzato ha celebrato il XXV anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta nella Basilica di San Pietro il 6 gennaio 1990 da San Giovanni Paolo II.
Alla Concelebrazione hanno partecipato gli Arcivescovi Edmond Farhat, Francesco Gioia, Pietro Marini, Mons. Enrico Viganò, Mons. Jean-Pierre Kwambamba, Padre Bruno Silvestrini e Padre Gioele Schiavella.
La cerimonia si è aperta con delle tessere del mosaico che rappresenta il volto del festeggiato: egli, ordinato sacerdote del 1954, dopo aver seguito la laurea in lettere classiche presso l’Università di Padova fu chiamato a lavorare in Segreteria di Stato come minutante latinista. Successivamente per la stima dei superiori fu nominato Assessore (dopo il Papa la terza autorità del Vaticano). Ordinato Arcivescovo nel 1990 fu nominato Elemosiniere di Sua Santità carica che ha rivestito per ben 17 anni. Il Padre Bruno ha riassunto la sua personalità sotto il denominatore di un trinomio: riservatezza-carità-preghiera. Infatti tutti coloro che conoscono Mons. Rizzato colgono subito la sua riservatezza intessuta di umiltà e di prudenza. Tutti coloro che frequentano la parrocchia di Sant’Anna lo trovano in preghiera.
Sono innumerevoli le persone che hanno beneficato della sua carità sia a livello istituzionale sia a livello personale. Tantissime famiglie conservano la pergamena della benedizione del Santo Padre, ricevuta in genere per i matrimoni, che è firmata da S. ecc.za mons. Rizzato. Tra queste persone lui stesso ha appeso nella parete della sua camera la pergamena della sua ordinazione.
Nell’omelia l’Arcivescovo festeggiato si è soffermato a sottolineare alcuni punti del brano evangelico che narra l’incontro dei Magi con Gesù nel Presepe. Tra l’altro, ha detto che anche per noi, figli di una cultura che si smarrisce nei meandri del materialismo e dell’edonismo, cìè una stella che guisa verso Dio: il Vangelo. A conclusione del sacro rito Mons. Francesco Gioia, amico del presule, gli ha pubblicamente detto che il XXV di episcopato non è il punto di arrivo ma il punto di partenza. Ha applicato a S. Ecc. Mons. Rizzato l’affermazione del filosofo Kierkegaard, che nel suo diario più volte afferma: Nessuno può dire di essere cristiano; ma tutti possiamo dire che stiamo diventando cristiani. Anche il Vescovo ogni giorno deve incominciare ad essere vescovo!
Ha animato la liturgia la Corale Sant’Anna diretta dal M. Gaetano Civitillo.