Loading...

Notizie

Informazioni e aggiornamenti dalla Parrocchia e dalla Chiesa

Osservatore romano: "Nel presepe allestito nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano

Il clochard e il Bambino

Chiesa di Sant'Anna
, 04/01/2015

  Un clochard tende la mano a un contadino intento a scendere le scale con una fascina di legna sulle spalle. L’uomo eL8; seduto all’angolo di un crocicchio e attende che qualcuno si fermi ad aiutarlo. La scena eL8; raffigurata nel presepio allestito nella chiesa della pontificia parrocchia Sant’Anna in Vaticano. Il clochard rappresenta tutti gli emarginati e i rifugiati del nostro tempo. E nelle intenzioni degli artefici della rappresentazione vuole richiamare anche l’anonimo olandese che per lunghi anni ha frequentato ogni mattina la parrocchia.

Il parroco, l’agostiniano Bruno Silvestrini, racconta che il clochard si metteva sempre seduto nella terza fila a destra della navata. Partecipava almeno a due messe, quelle mattutine delle 7 e delle 7.30. Aveva lasciato l’Olanda, suo Paese natale, una trentina di anni fa e si era trasferito a Roma. Poi, dopo la perdita del lavoro, era finito a vivere per strada. Molti lo incontravano a Borgo Pio o nella parrocchia. Era una persona molto devota: invitata i giovani che incontrava a pregare e a confessarsi regolarmente. Aveva un grande amore per il Papa e la Chiesa. Poi, all’improvviso non lo hanno più visto. Molti si sono domandati dove fosse finito, qualcuno ha cercato di rintracciarlo. FincheL9; eL8; arrivata la triste notizia: era morto, forse a causa di una polmonite. La statuetta del clochard nel presepe eL8; diventata cosiL8; un modo per ricordare anche lui.

Sul lato opposto della rappresentazione della natività eL8; stata collocata la grotta: da una parte la miseria dell’uomo, dall’altra l’umiltà di Dio che si incarna per rendere ricca l’umanità. Tornano in mente le parole di sant’Agostino: «La fortezza si eL8; fatta debole, affinché la debolezza divenisse forte».

Coloro che hanno curato l’allestimento - Mariano Piampiani, Alberto Taborro e Sandro Brillarelli di Tolentino - hanno voluto che la grotta fosse ricavata da un loggiato ad archi irregolari costruiti sulle volte di un antico palazzo. Si intravedono ancora le bifore e i resti di quella che era una sontuosa dimora patrizia, ormai invasa dai rovi e semidistrutta dalle intemperie e dall’uomo. Nei loggiati sottostanti, hanno trovato rifugio i buoi e le pecore, circondati da una staccionata. Intorno, i pastori e i magi venuti dal lontano Oriente, mentre nel cielo gli angeli adorano Gesù collocato tra Maria e Giuseppe.

Sullo sfondo della grotta, nella notte, appare un grande angelo ad annunciare: «Pace agli uomini di buona volontà». In lontananza, nell’alternarsi del giorno e della notte, si intravede il mare di Tiberiade, con l’azzurro delle acque che sfuma sul verde in prossimità della riva. E in alto brilla la cometa che indica la grotta.

(Osservatore romano 4 gennaio 2015)