Il Cardinale ha Benedetto il presepe: “Un clochard quale icona di tutti i senzatetto di un paesino palestinese, è parte essenziale della libera rievocazione evangelica. “La fortezza si è fatta debole,
Come ormai è tradizione protratta da otto anni, la sera del 26 dicembre, festa di Santo Stefano martire, Sua Eminenza il Card. Angelo Comastri, ha presieduto la Santa Messa delle ore 18. Hanno concelebrato alla Santa Messa S. Ecc. Mons. Oscar Rizzato Elemosiniere Pontificio emerito, P. Luciano De Michieli Provinciale degli Agostiniani d’Italia, il Parroco di Sant’Anna P. Bruno Silvestrini e il diacono Pietro Beresh. Ha animato la liturgia la “Corale Sant’Anna” Diretta dal M° Gaetano Civitillo.
La celebrazione è stata introdotta da Parroco che ha presentato al Cardinale gli auguri di Buon Natale e di Buon Anno a nome dei fedeli che frequentano la Pontificia Parrocchia di Sant’Anna in Vaticano.
Nell’omelia il Cardinale ha presentato la testimonianza del martire Santo Stefano come modello di amore incondizionato al Bambino Gesù, Figlio di Dio incarnato per la nostra salvezza. Solo quando la gioia della salvezza entra nel nostro cuore, riesce ad infiammarlo di gratitudine e diviene capace di seguire l’esempio del Signore. Ha presentato quindi la figura di Santa Maria Goretti che seppe perdonare il suo assassino.
Al termine della celebrazione il Parroco ha presentato brevemente le idee che hanno guidato i presepisti Mariano Piampiani, Alberto Taborro e Sandro Brilarelli di Tolentino nell’allestire il presepe di quest’anno e li ha ringraziati d’essere venuti da così lontano per partecipare alla celebrazione.
“Un clochard, ha detto il Parroco, quale icona di tutti i senzatetto, rifugiati, profughi ed emarginati del mondo, situato in un paesino palestinese, a destra del presepe, è parte essenziale della libera rievocazione evangelica. Collocato ai piedi di un crocicchio di una scalinata tende la mano ad un contadino, che torna dal lavoro con una fascina di legna. Alla scena del clochard corrisponde, a sinistra, la scena della grotta: da una parte la miseria dell’uomo, dall’altra, l’umiltà di Dio che si incarna per rendere ricca l’umanità. Il messaggio è chiaro: “La fortezza si è fatta debole, affinché la debolezza divenisse forte” (Sant’Agostino). All’umiltà di Dio, che per amore si fa uomo, si contrappone l’orgoglio, la prepotenza, la sopraffazione e la violenza della società del nostro tempo”.
È seguita quindi la benedizione del presepe da parte del card. Angelo Comastri e insieme ai fedeli è stata letta la preghiera “Povero di Betlemme” che sua eminenza ha scritto per il Santo Natale del 2014. In sacrestia, inoltre, il Cardinale ha benedetto il quadro della “Madonna con il Bambino Gesù” dipinta dalla signora Marisa Rocchi di Tolentino che ha donato al Parroco P. Bruno Silvestrini.