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Concerto di canti bizantini. "Canti quaresimali in Vaticano"

La felicità è di chi vigila

Chiesa di Sant'Anna
, 27/03/2014

Ecco lo Sposo viene, nel mezzo della notte, e beato il servo che Egli troverà vigilante». Questo tropario che la tradizione bizantina canta nell’ufficiatura notturna e che celebra in modo speciale nei primi giorni della Settimana santa, mette in risalto quell’atteggiamento che è profondamente cristiano, cioè l’attesa dell’incontro con il Signore, Sposo della Chiesa.

Nel bel mezzo del cammino quaresima­le, il coro del Pontificio Collegio Greco di Roma ha voluto preparare e offrire - in un concerto che si terrà la sera del 27 mar­zo nella parrocchia di Sant’Anna in Vati­cano — il canto di alcuni testi liturgici di tradizione bizantina del periodo della grande Quaresima. Dalla se­conda metà del XVI secolo, e per volere di Papa Gregorio XIII, il Collegio Greco ha raccolto il te­stimone della “presenza orienta­le” nel cuore di Roma, in mo­do speciale col canto del van­gelo in lingua greca in alcune delle celebrazioni presiedute dal vescovo di Roma. Semina­risti provenienti da Chiese orientali cattoliche, lungo i se­coli si sono formati in questa sede in vista del loro servizio cristiano come diaconi, sacer­doti e alcuni come vescovi del­le loro Chiese di provenienza, dal Medio Oriente alla Grecia, al cuore dell’Europa fino al sud dell’Italia siciliano e cala­brese.

Questo concerto vuol essere un momento di condivisione e soprattutto di preghiera, di of­ferta al Signore e al popolo, di liturgia; con una serie di testi liturgici bizantini che lodano, che cantano l’amore incom­mensurabile e misericordioso di Dio per l’uomo, sua creatu­ra. Sono stati scelti dei testi che ci collegano ancora con la festa dell’Incarnazione del Ver­bo di Dio, celebrata proprio il 25 marzo, e sono il tropario al­la Madre di Dio «A te, con­duttrice di schiere», e l’ode in­troduttiva dell’inno Akàthistos, due testi che percorrono il cammino quare­simale della liturgia bizantina. Poi due al­tri testi propri di questo periodo: l’alleluia del mattutino e il canto «Gustate e vede­te» per la comunione nella Liturgia dei doni presantificati.

Due altri tropari ci porteranno già alle celebrazioni della Settimana santa: «Ecco lo Sposo», e «Vedo il tuo talamo», due te­sti di una profondità teologica e di una bellezza unica che mettono in risalto la di­mensione sponsale del rapporto di amore tra il Signore e la sua Chiesa, sposalizio che avrà la sua piena epifania nella croce di Cristo piantata nel bel mezzo della chiesa il Grande Venerdì della crocefissione. Altri due tropari ci condurranno al Sa­bato santo e alla notte di Pasqua: «Taccia ogni carne mortale», cantato nella Divina liturgia di san Basilio il Sabato santo, un testo che canta il cammino percorso da Cristo, re e Signore, verso il suo sacrificio nella croce e sull’altare, scortato nel silen­zio, tremore e timore degli angeli e degli uomini. Quindi, sempre già nel contesto pasquale, la prima delle odi dell’ufficio di

mezzanotte di Pasqua: «Colui che un tem­po».

Il concerto — la preghiera! — iniziato col tropario alla Madre di Dio, si conclude con un altro tropario alla Vergi­ne Madre, porta del cielo e de­coro dei fedeli. Concerto — ma sarebbe riduttivo se fosse sol­tanto questo - eseguito per pregare insieme, per far cono­scere e, perché no, per confes­sare verità della fede che la- tra­dizione bizantina proclama nel­la e per mezzo della celebrazio­ne liturgica; per rincuorare il nostro cammino quaresimale, che è anche quello cristiano di ogni giorno, come cri­stiani, seminaristi, monaci, sacerdoti.

«Taccia ogni carne mortale e stia con ti­more e tremore, senza pensare ad alcunché di terreno, perché il Re dei re e il Signore dei signori avanza per essere sacrificato e dato in cibo ai fedeli».

 

«Taccia ogni carne mortale e stia con timore e tremore senza pensare ad alcunché di terreno» si intona il Sabato santo nella Divina liturgia di san Basilio

Osservatore romano, 27 marzo 2014