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I° anniversario della visita di Papa Francesco: Non dimenticherò l’abbraccio ai suoi parrocchiani

II parroco di Sant’Anna in Vaticano ricorda la visita di Bergoglio «Salutò uno a uno i fedeli Un gesto che colpì molto».

Chiesa di Sant'Anna
, 17/03/2014

Quel giorno padre Bruno Silvestri aspettava il Papa. Non aveva dormito per due notti di fila. Aveva preparato tutto a puntino come gli era stato richiesto dalla Prefettura della Casa Pontificia (che lo aveva avvisato con pochissimo anticipo). Poi arrivò Francesco, eletto vescovo di Roma quattro giorni prima, e tutto cambiò. «Le immagini le avete viste tutti – ricorda l’agostiniano -. Il Santo Padre si mise sulla porta a salutare a uno a uno i fedeli che erano stati a Messa, poi andò verso le transenne. Insomma travolse ogni protocollo, facendosi conoscere per quello che era e conquistando subito il cuore della gente». Padre Bruno è il parroco di Sant’Anna in Vaticano, la prima parrocchia visitata da papa Bergoglio. Una parrocchia del tutto particolare, dato che il suo territorio coincide con lo Stato più piccolo del mondo e che tra i suoi 800 "parrocchiani" c’è lo stesso Pontefice. Una parrocchia, dunque, "abituata" alla presenza del Papa (tra l’altro, dal 1929 ad oggi solo Pio XII e Giovanni Paolo I, quest’ultimo per ovvia mancanza di tempo, non l’hanno visitata. Paolo VI era di casa anche prima dell’elezione e qui si conserva il confessionale dove confessava Aldo Moro e i giovani della Fuci). Eppure quel giorno, era il 17marzo 2013, Francesco sorprese tutti. Ora, a distanza di un anno, padre Silvestrini parla di «un effetto Francesco permanente sulla comunità parrocchiale». «Da quando è venuto il Papa - afferma - la chiesa mi si riempie non solo di domenica, ma anche alla Messa feriale. Francesco sta aiutando tanta gente a "rispolverare" la propria fede. E questo è avvenuto anche per noi». In particolare, il parroco di Sant’Anna racconta che di quella domenica sono rimaste impresse ai suoi parrocchiani le domande che il Papa rivolgeva a tutti: «"Chi sei, che cosa fai qui in parrocchia?". Ecco, da quelle domande abbiamo preso spunto per rivedere la nostra collocazione e per ripen­sare il nostro servizio alla comunità». L’effetto Francesco si è poi esteso alla catechesi, alla vita sacramentale e all’attenzione agli ultimi. «Sono cresciute tantissimo le confessioni - dice padre Bruno -. E la Caritas parrocchiale ha triplicato il suo impegno sia nell’ascolto dei problemi, sia nell’intervento diretto. Proprio qui, del resto - ricorda ancora il parroco - il Santo Padre ha anticipato la tematica portante del suo pontificato: Dio perdona a tutti, Dio perdona tutto, Dio perdona sempre e non si stanca mai di perdonare. Ecco le sue precise parole: "Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia"». Infine padre Silvestrini ricorda che con la visita a Sant’Anna papa Bergoglio ha fatto conoscere anche la sua gestualità. «Quel giorno abbracciò e baciò i parrocchiani, si consegnò alla gente con la sua semplicità, come un padre con i figli. Oggi questi gesti ci sono diventati familiari, ma il 17 marzo dell’anno scorso ebbero un effetto dirompente. Possiamo dire - conclude il religioso agostiniano - che venendo da noi ha cominciato a fare il vescovo di Roma». (Mimmo Muolo - Avvenire, 12 marzo 2013)