la rappresentazione della Natività, nella Parrocchia di Sant'Anna, ha il vanto di voler celebrare l’Anno della fede.
Ci spostiamo nella pontificia parrocchia di Sant’Anna, dove la rappresentazione della Natività ha il vanto di voler celebrare l’Anno della fede. Sullo sfondo, infatti, dietro la grotta di Betlemme, si intravede l’arco di una grande porta. Da quell’arco, e solo da lì, si esce dalla grotta, per tornare nella propria routine quotidiana; quella è la Porta fìdei, che siamo invitati a oltrepassare. Sulla destra è raffigurato il simbolo dell’Anno della fede. Il significato di questa rappresentazione della Natività è immediato, come spiega il parroco, l’agostiniano Bruno Silvestrini: «Tutti coloro che accolgono il messaggio degli angeli, gli uomini di buona volontà, incontrano Cristo, lo adorano e vanno a raccontare a tutti che la loro vita è immensamente amata. L’autore del presepe evidenzia, in pratica, i verbi più importanti del Vangelo di Luca: andare, vedere, adorare e tornare. Il lavoro minuzioso, ritagliato nelle serate in compagnia dei figli, già dal mese di settembre, è centrato sulla nascita di Cristo a partire dal desiderio di chi attende Qualcuno e va alla ricerca del senso della vita». Il presepe, realizzato da Mariano Piampiani, di Tolentino (Macerata), è composto da decine di statuine opera di Antonio Giordano, di Monreale. Si vede Gesù circondato da angeli in festa, si notano i pastori in adorazione giunti insieme alle mamme e ai bambini per vedere con stupore quanto avevano udito dai messaggeri celesti. Sulla sinistra, infatti, appare l’angelo che annunzia ai pastori la buona notizia, e appena sorge il giorno scompare. Tutto lo scenario sottintende a una verità: Dio si manifesta ai semplici e ai piccoli. È questo il senso del presepe. Lasciando la parrocchia di Sant’Anna, ci si incammina verso il quartiere degli… (Nicola Gori, Osservatore Romano,30 dicembre 2012)