Nell’Anno della Fede il presepe della Parrocchia Sant’Anna vuole offrirsi all’uomo di oggi con le sue insoddisfazioni, le speranze deluse, la continua precarietà di cui soffre, coinvolgendolo immediatamente nella natività, perché Cristo possa stare al centro della sua vita.
Una novità quest’anno arricchisce la sacra rappresentazione: è l’arco d’una grande porta dietro la grotta di Betlemme. Da quell’arco, solo da lì, si esce dalla grotta, per tornare nella propria routine quotidiana. Quella porta è “la Porta Fidei”, che invita anche a leggere l’omonima lettera enciclica di Benedetto XVI. Sulla destra vi è raffigurato il simbolo dell’Anno della Fede.
Il significato è immediato: tutti coloro che accolgono il messaggio degli Angeli - gli uomini di buona volontà - incontrano Cristo, lo adorano e vanno a raccontare a tutti che la loro vita è immensamente amata. L’autore del presepe evidenzia in pratica i verbi più importanti del Vangelo di Luca: andare, vedere, adorare e tornare…(Cfr. Lc 2,15-20). Il lavoro minuzioso, ritagliato nelle serate in compagnia dei figli, già dal mese di settembre, è centrato sulla nascita di Cristo a partire dal desiderio di chi attende Qualcuno e va alla ricerca del senso della vita.
Il presepe vuol ricordare che Dio si è rivelato agli uomini nel tempo. E’ una meditazione sul dono grande della fede per cui veramente il Signore dà senso alla vita. Dio incarnandosi si fa piccolo, raggiunge l’uomo nella sua realtà. Da questo il fedele trae fede e vede la porta d’uscita che conduce al mondo, dove sarà testimone come i pastori che sono andati, hanno visto, hanno adorato e sono tornati alla loro quotidianità arricchiti dall’incontro con Cristo.
Nell’allestimento di quest’anno si arriva davanti al presepe e ci si trova dentro la grotta di Betlemme.
Attorno a Gesù gioiscono gli angeli, i pastori adorano insieme alle mamme e ai bambini accorsi per vedere con stupore quanto avevano udito dagli angeli.
Sulla sinistra si intravede l’angelo che annunzia ai pastori la buona notizia, appena sorge il giorno scompare…
Il senso che si è voluto dare al presepe è che Dio si manifesta ai “semplici e ai piccoli”.
Il Figlio dell’uomo giace in una mangiatoia. Accanto a Lui Maria e Giuseppe, le pecore, un po’ di frutta e la cesta del pane.
Gesù, Pane di vita, viene al mondo a Betlemme, “la casa del pane”. Questo tema viene sviluppato da una donna e dal cesto: il pane quotidiano non è il solo di cui l’uomo può vivere.
Nella destra, discretamente distanziati, diversamente dalle tradizionali rappresentazioni, sono collocati gli immancabili animali domestici: il bue e l’asinello.
Oltre la porta si intravede «l’uomo con la fede», che si immette nel mondo varcando la porta e vivendo la sua vita con lo slancio della gioia e della meraviglia.
Nell’intero allestimento, ambientato con le tipiche costruzioni della Galilea, si alternano il giorno e la notte, l’alba e il tramonto. La singolarità è la neve. Bianca, soffice, leggera, viene dal cielo misteriosamente. Incanta.
Il Presepe è stato realizzato interamente da Mariano Piampiani con la collaborazione di Sandro Brillarelli e Alberto Taborro di Tolentino (Macerata). Le statuine provengono da Monreale, in provincia di Palermo, e sono state realizzate da Antonio Giordano.