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Gara di foto alla fontana della Galera

Chiesa di Sant'Anna
, 14/01/2012

Erano ormai quattro anni che non si saliva verso il muro esterno del Belvedere. Nei giorni scorsi il Parroco ed alcuni amici hanno, per così dire, riscoperto la Fontana della galera, poco tempo dopo il suo restauro.
Appare così bella e suggestiva che per tutti è una meraviglia. Si è così aperta una gara fotografica tra amici e, sfidando il freddo pungente dei primi giorni di gennaio, vogliamo pubblicare alcuni scatti…
Della sua storia abbiamo letto qualcosa che volentieri riportiamo.
«Fontana della Galera. Addossata al muro esterno del Palazzetto di Innocenzo VIII al Belvedere, a fianco della Scala di Bramante, in un luogo di difficile accesso al pubblico, trovasi la più scenografica tra le fontane del Vaticano, che prende nome dalla nave da guerra di metallo (galera), collocata in una grande vasca. Di rame e piombo, il vascello fu realizzato in miniatura ma nei minimi dettagli, persino nei cannoni, da cui sprizzano zampilli di acqua, da Martino Ferrabosco, al quale devesi l'architettura, e dall'olandese Hans Van Santen, noto anche con il nome italianizzato di Vasanzio, l’architetto delle fontane, come trovasi indicato nei ruoli di famiglia di Paolo V (1605-21). Nel suo aspetto attuale, la Fontana della Galera risale al tempo di Pio VI, il quale la fece restaurare nel 1779, a quanto si apprende dall'epigrafe latina sottostante lo stemma del Pontefice che campeggia al centro della mostra, alterandone però notevolmente la forma precedente: PIVS SEXTVS PONT. MAX. / FONTEM RVSTICO ANTEA OPERE / A PAVLO V / EXTRVCTVM / IN ELEGANTIOREM HANC SPLENDIDIOREMQVE FORMAM / RESTITVIT /ANNO DOMINI MDCCLXXIX PONTIF. SVI V.
Infatti, prima che nella grande vasca venisse collocata la galera, tra il 1620 ed il 1621, come ha potuto precisare Cesare D'Onofrio, la fontana era formata da un gran monte di scogli, sulla cui cima svettava una grande aquila, uno dei due animali presenti nella stemma della famiglia Borghese. Questa fontana rustica era stata realizzata, sotto Paolo V, forse dal Ferrabosco, che trasformò una preesistente fontana, indicata come la «Peschiera di Giulio III» nella grande veduta dei Giardini Vaticani di Mario Cartaro del 1574».
(G. MORELLO, in Mondo Vaticano, Passato e presente, p. 503, LEV 1995)