Domenica 10 dicembre 1978 Beato Giovanni Paolo II si è recato in Visita alla nostra Parrocchia di Sant’Anna
Giovanni Paolo II celebra nel pomeriggio la Santa Messa nella sua chiesa parrocchiale di Sant'Anna in Vaticano.
Il Papa vi giunge alle diciassette. Prima di entrare nella piccola chiesa si avvicina alle transenne e saluta tutti quelli che può avvicinare. Sulla soglia della porta laterale della chiesa ricevano il Santo Padre, oltre al Prefetto della Casa Pontificia Monsignor Jacques Martin, il Vicario Generale per lo Stato della Città del Vaticano Mons. Pietro Canisio Van Lierde, e il Parroco di S. Anna Padre Davide Falcioni. All'interno della chiesa sono ad attendere l'arrivo del Papa circa cinquecento dei suoi parrocchiani tra i quali i rappresentanti delle quattordici comunità religiose, 8 maschili e 6 femminili, che svolgono la loro missione pastorale all'interno dello Stato. Accolto dal canto comunitario dei fedeli presenti, il Santo Padre entra nella piccola chiesa poco dopo le diciassette. Ai suoi lati sono il Maestro delle Cerimonie Pontificie Mons. Virgilio Noè e il cerimoniere Mons. Orazio Cocchetti.
All'Omelia il Papa esordisce con queste parole di S. Agostino: « Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano ». Citando ancora Sant'Agostino, il Papa soggiunge: «Se mi atterrisce l'essere per voi, mi consola l'essere con voi», e così prosegue: «Infatti, la verità che ognuno di noi — voi, venerabili e cari fratelli, ed io — siamo 'cristiani' è la prima sorgente della nostra gioia, del nostro nobile e sereno orgoglio, della nostra unione e comunione».
Dopo essersi soffermato sull'origine e il significato del termine cristiano, il Pontefice parla della parrocchia come comunità di cristiani. Illustra quindi l'origine della parrocchia vaticana dedicata a Sant'Anna.
«Come è noto — dice il Santo Padre — fu il nostro predecessore Pio XI, con la Costituzione Apostolica 'Ex Lateranensi pacto', in data 30 maggio 1929, a dare una particolare fisionomia religiosa alla Città del Vaticano: il 'vescovo- sacrista', carica che fin dal 1352 da Gemente VI era stata affidata all'Ordine di Sant'Agostino, veniva nominato vicario generale della Città del Vaticano; la chiesa di Sant'Anna, già da tempo curata dai solerti Padri Agostiniani, veniva eretta parrocchia. Paolo VI di venerata memoria, poi, col Motu Proprio 'Pontificai Domus' del 28 marzo 1968, eliminava il titolo di 'sacrista', lasciando tuttavia intatto l'ufficio, che veniva mantenuto sotto la denominazione di "vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano"».
Dopo aver ringraziato quanti svolgono il ministero apostolico a servizio della parrocchia di Sant'Anna, Giovanni Paolo II rende noto di aver desiderato compiere questa visita fin dagli inizi del suo pontificato e di essere, quindi, lieto di poterlo fare proprio nel tempo dell'Avvento.
Soffermandosi, poi, sulla figura di Sant'Anna, il Papa rileva che essa «ci ricorda la casa paterna di Maria, Madre di Cristo. La Maria è venuta al mondo — sottolinea il Pontefice — portando in sè quello straordinario mistero della Immacolata Concezione. Là era circondata dall'amore e dalla sollecitudine dei suoi genitori: Gioacchino e Anna. Là imparava da sua madre, proprio da Sant'Anna, come essere madre».
Ricordando, infine, che «Anna» in ebraico significa « Dio ha fatto grazia », il Papa conclude invitando i presenti a rivolgere i cuori, per mezzo di Sant'Anna, a Maria sua figlia e madre del Salvatore.
Alla Messa del Papa assistono cinque cardinali; gli arcivescovi mons. Caprio, sostituto della Segreteria di Stato, mons. Casaroli, segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa; e padre Tack, priore generale degli Agostiniani, l'ordine al quale appartiene la piccola comunità dei religiosi della par¬rocchia di Sant'Anna