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Informazioni e aggiornamenti dalla Parrocchia e dalla Chiesa

65 anniversario messa p. gioele

Chiesa di Sant'Anna
, 15/07/2010

Il 15 luglio 2010 nella nostra chiesa, quasi in sordina, P. Gioele Schiavella, ha celebrato il 65° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Per sua volontà i fedeli che frequentano quotidianamente la Parrocchia di Sant’Anna non sono stati informati.

Alle 18.30 però, tantissimi sacerdoti agostiniani di Roma - oltre trenta confratelli - si sono ritrovati per concelebrare la messa del Rendimento di grazie per tutti i doni che il buon Dio ha elargito a P. Gioele.

Riportiamo, qui di seguito, l’omelia che P. Gioele, ha tenuto per quell’occasione.

Al termine della Santa Messa ci siamo ritrovati a condividere l’agape fraterna nel terrazzo della nostra Parrocchia.

 

Omelia di P. Gioele che riporta la data del 9 settembre 2004:

E' SERA

 

«Mi trovo ormai sul viale del tramonto della mia esistenza terrena: ho superato gli ottanta anni.

Ogni giorno ringrazio il Signore di avermi aperto la mente e il cuore per accogliere sin da piccolo, a 11 anni, l'amorevole invito a consacrare la mia vita al servizio suo e di tutti - voglio farmi frate - dicevo.

La pace e la serenità di spirito, lontano dalle "diatribe degli uomini", che provo attualmente, e la salute fisica che mi pare buona, per quanto mi è dato di sapere, rendono piacevole quest'ultima tappa del mio pellegrinaggio terreno.

Ringrazio il Signore per la famiglia in seno alla quale sono nato. Vivevo in un ambiente di fede, di preghiera e di grande fiducia nella protezione della Madre del Buon Consiglio. Mi fu istillato il senso del dovere, dell'onore, dell'onestà, del sacrificio (mio padre); del rispetto per gli altri e dell'attenzione verso i poveri e bisognosi (mia madre). Dalla famiglia agostiniana ho ricevuto moltissimo: la formazione umanistica, l'iniziazione ai grandi ideali della vita fraterna e del sacerdozio, e tanti cari amici.

La frequente lettura delle opere di S. Agostino ha avuto un notevole influsso sulla mia crescita umana e spirituale.

I Confratelli hanno dimostrato fiducia in me, affidandomi vari incarichi nei campi dell'insegnamento, della formazione religiosa, del governo e dell'attività pastorale. Ho avuto così l'opportunità di collaborare con molti Religiosi italiani e d'altre nazionalità. Non pochi mi hanno edificato; in altri ho ammirato notevoli doti di mente e di cuore. Al loro confronto ho spesso avvertito la mia mediocrità spirituale e intellettuale.

Provo un sentimento di tristezza e di vergogna se rifletto sulle mie ripetute mancanze e debolezze. Ho sperimentato con gioia e riconoscenza l'amorosa misericordia di Dio in tanti particolari momenti della mia esistenza. Quante volte mi sarei perduto se la potente mano del Signore non mi avesse risollevato. Potrei ripetere col salmista:

"Stese la sua mano e mi prese

Mi trasse fuori delle acque profonde,

Mi liberò dai miei nemici, benché assai più potenti di me,

Da quelli che mi odiavano, benché più forti di me" (si 18, 17-18)

         Chiedo sinceramente perdono a tutti coloro che per causa mia si fossero sentiti delusi, incompresi, e che avessi offeso o scandalizzato.

All'avvicinarsi dell'ultima ora vorrei salutare sorella morte con le parole: Quale gioia quando mi dissero: andremo nella casa del Signore (si. 121).

Pregherò per tutti, se mi sarà concesso dalla bontà del Signore di "cantare in eterno le sue lodi nell'assemblea dei santi", come ardentemente spero e desidero.

Vorrei anche dire ai miei confratelli e amici: pregate per me, non lasciatemi senza suffragi.

La Madre del Buon Consiglio mi ottenga il dono della perseveranza finale e di fare una buona e santa morte. Amen.»